Le minacce del marito, il braccialetto difettoso: Tiziana Vinci, cronaca di una morte annunciata

Uccisa a coltellate nella villa dove lavorava come domestica. Il dispositivo elettronico era malfunzionante e non è stato riparato.

La Spezia – Cronaca di una morte annunciata. Quella di Tiziana Vinci, 54 anni, originaria di Taranto ma residente in Liguria da vent’anni, uccisa a coltellate dall’ex marito, Umberto Efeso, 57 anni, nella villa di via Genova dove lavorava come collaboratrice domestica. Il delitto, consumato alle 11 del mattino, è l’epilogo di una storia di violenza e minacce, un dramma che si sarebbe potuto evitare se le misure di protezione avessero funzionato correttamente.

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Claudia Merlino, hanno rivelato una sequenza di eventi che evidenzia gravi lacune nel sistema di tutela delle vittime di violenza di genere. Efeso, già noto alle forze dell’ordine per comportamenti violenti, era sottoposto a un divieto di avvicinamento e obbligato a indossare un braccialetto elettronico dal giugno 2025, in seguito a denunce per maltrattamenti e stalking presentate da Tiziana. Tuttavia, il dispositivo risultava malfunzionante da dieci giorni, un problema segnalato dai carabinieri ma non risolto dalla società incaricata della manutenzione. Un ritardo che ha spalancato le porte alla tragedia.

Le minacce di Efeso a Tiziana: “Ti taglio la testa”

La relazione tra Tiziana Vinci ed Efeso, un autotrasportatore di origini tarantine, era deteriorata da anni. Negli ultimi due il loro matrimonio si era trasformato in un “inferno”. Efeso, ossessionato dalla gelosia, aveva adottato comportamenti sempre più opprimenti, culminati in minacce esplicite. “Farai una brutta fine,” scriveva alla moglie, insieme a frasi come “ti taglio la testa” e “prima o poi ti beccherò.” Queste parole, inviate tramite messaggi, erano state sufficienti a convincere Tiziana a denunciare l’ex marito, ottenendo un ordine di allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinarsi a meno di 500 metri da lei. Efeso aveva persino minacciato uno dei sei figli della coppia, aggravando il clima di terrore.

Tiziana Vinci e l’ex marito Umberto Efeso

Nonostante le denunce e le misure di protezione, Efeso continuava a presentarsi sul posto di lavoro di Tiziana, una villa di proprietà di un imprenditore del settore spedizioni. “Spenderò soldi per spiarti anche di notte,” le aveva scritto, dimostrando un’ossessione che non si fermava davanti alle restrizioni imposte dalla legge. La donna viveva a La Spezia con uno dei figli, dopo aver lasciato la casa coniugale a maggio per sfuggire ai maltrattamenti.

Braccialetto elettronico difettoso: nessuna riparazione

Il braccialetto elettronico, imposto a Efeso nell’ambito del Codice Rosso attivato a seguito delle denunce di Tiziana, avrebbe dovuto garantire la sua sicurezza. Il dispositivo, progettato per monitorare i movimenti dell’individuo e segnalare violazioni del divieto di avvicinamento, risultava malfunzionante da circa dieci giorni. I carabinieri avevano segnalato il problema alla società responsabile, ma nessuna riparazione era stata effettuata. Inoltre, il braccialetto gemello che Tiziana avrebbe dovuto portare con sé non è stato trovato vicino al corpo, mentre quello di Efeso non è stato rinvenuto nella villa. Tra le ipotesi al vaglio, c’è quella di un problema di ricezione GPS, il cosiddetto “poco campo,” che potrebbe aver compromesso il funzionamento del dispositivo.

L’avvocato di Efeso, Andrea Buondonno, ha dichiarato che il suo assistito aveva segnalato il malfunzionamento ai carabinieri, un’affermazione che, se confermata, solleva ulteriori interrogativi sulla gestione del caso. Il giorno del delitto, Efeso è entrato nella villa di via Genova senza destare sospetti. In passato, aveva svolto piccoli lavori nella residenza, il che gli aveva permesso di accedere senza problemi, forse utilizzando un duplicato delle chiavi. All’interno, era presente un’altra collaboratrice domestica, testimone dell’aggressione. Secondo la ricostruzione, dopo un breve litigio, Efeso ha estratto un coltello a serramanico e ha colpito Tiziana con tre fendenti al fianco, ferite risultate immediatamente fatali. L’altra domestica, sotto shock, ha sentito le urla e ha dato l’allarme, ma i soccorsi del 118 non sono riusciti a salvare la vittima, nonostante 40 minuti di tentativi di rianimazione.

Tre colpi al fianco, la fuga e la confessione

Efeso è fuggito in auto, liberandosi del coltello, che gli inquirenti stanno ancora cercando. Dopo circa un’ora, ha contattato il 112, dichiarando: “Ho ucciso la mia ex moglie. Sto andando a costituirmi alla stazione dei carabinieri di Ceparana.” Raggiunta la caserma, ha confessato il delitto al pm Claudia Merlino, che lo ha interrogato immediatamente. La salma di Tiziana è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale Sant’Andrea di La Spezia, dove è prevista un’autopsia per determinare con precisione la causa e l’orario della morte. Una morte annunciata.

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