Il giallo della tabaccaia milanese: il corpo nella vasca, le chiavi sparite

Silvana Damato è stata trovata morta venerdì nel suo appartamento a Bruzzano. Aveva ecchimosi e un taglio al collo. La Procura indaga per omicidio.

Milano – Chi ha ucciso Silvana Damato, l’ex tabaccaia 69enne trovata morta venerdì scorso nel suo appartamento di Bruzzano, alla periferia nord di Milano? La stessa mano che ha chiuso la porta dall’esterno e si è portata via un mazzo di chiavi?

Silvana è stata trovata nella vasca da bagno, il corpo immerso parzialmente nell’acqua, supino, con indosso biancheria intima e abiti estivi leggeri, come shorts. Aveva ecchimosi attorno agli occhi e sulla fronte, un taglio sul collo con sangue rimasto all’interno, senza fuoriuscita. La scena, fotografata dai carabinieri durante il sopralluogo, ha subito escluso l’ipotesi di un malore. La Procura di Milano, sotto la guida della pm Valentina Mondovì, ha aperto un fascicolo per omicidio, dando il via a un’indagine serrata.

L’allarme lanciato dagli amici del burraco

Ex tabaccaia che aveva lavorato per anni nelle rivendite della stazione di Milano Centrale, la vittima era una figura conosciuta nel quartiere. Divorziata, madre di una figlia con cui aveva rapporti distanti e nonna di due nipoti che adorava, conduceva una vita attiva e sociale. Appassionata di musica, partecipava con entusiasmo all’app Starmaker, una piattaforma di karaoke dove pubblicava le sue performance e interagiva con altri utenti. La sua personalità vivace e il suo stile elegante la rendevano una presenza carismatica tra gli amici, molti dei quali pensionati come lei, che si riunivano ogni pomeriggio alla Caffetteria Sun Strac, al Parco Nord.

Silvana Damato, 69 anni

Da quando era in pensione, Silvana rispettava una quotidiana routine: ogni giorno, verso le 15.30, arrivava in bicicletta alla caffetteria, un percorso di circa due chilometri dalla sua abitazione. Qui, sotto gli ombrelloni affacciati su un laghetto artificiale, giocava a burraco con gli amici. Le partite si prolungavano fino al tramonto, spesso seguite da serate in pizzeria o in locali da ballo. Venerdì, però, Silvana non si è presentata. Dopo ripetute chiamate senza risposta gli amici si sono allarmati. Non rispondeva al citofono, ma la sua bici era legata alla rastrelliera: preoccupato il gruppo è salito al sesto piano. Non ottenendo risposte, gli amici si sono rivolti ai vigili del fuoco, che sono entrati nell’appartamento calandosi dal piano superiore.

L’appartamento in ordine e il mazzo di chiavi che manca all’appello

L’appartamento di Silvana era in perfetto ordine: cassetti chiusi, i quadri dipinti dal padre appesi alle pareti, nessun segno di furto. Tuttavia, un dettaglio ha insospettito gli investigatori: la porta d’ingresso era chiusa, forse dall’esterno, e le chiavi risultavano introvabili. La scena del crimine, con il corpo nella vasca, ha sollevato interrogativi inquietanti. Le ecchimosi sul volto suggeriscono un’aggressione, ma l’osso ioide, che spesso si frattura in caso di strangolamento, era integro. Il taglio sul collo, senza fuoriuscita di sangue, aggiunge ulteriore mistero. È stata picchiata? Affogata? O era già morta quando è stata immersa nell’acqua? L’ipotesi di un depistaggio non è esclusa: la vasca potrebbe essere stata usata per inscenare un malore o un suicidio. Gli esami tossicologici, ancora in corso, saranno cruciali per determinare se vi sia acqua nei polmoni, un indizio che potrebbe confermare l’annegamento come causa di morte.

Il killer era una persona conosciuta?

Gli investigatori hanno interrogato amici e conoscenti di Silvana, concentrandosi sul gruppo della Caffetteria Sun Strac. La Procura sta esplorando ogni aspetto della vita della donna, dalla sua attività su Starmaker ai rapporti personali. Secondo alcune indiscrezioni, la donna aveva recentemente intrapreso una relazione, e il presunto compagno sarebbe stato interrogato. L’ipotesi più accreditata è che l’assassino fosse una persona conosciuta, dato l’assenza di segni di effrazione.

Silvana aveva una sorella nel Varesotto e, nonostante il rapporto distaccato con la figlia, vedeva regolarmente i nipoti. La sua passione per la musica e il canto l’aveva portata a essere attiva su Starmaker, dove interagiva con altri utenti, alcuni dei quali potrebbero averla incontrata di persona. Gli investigatori stanno analizzando il suo profilo sull’app per verificare se l’omicida possa essere qualcuno conosciuto online.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa