Due italiani in via di rimpatrio da Alligator Alcatraz

Samuel Gheorghe e Gaetano Mirabella Costa – detenuti nel penitenziario in Florida – dovrebbero rientrare in Italia tra il 5 e il 6 agosto.

Il cittadino italiano al momento detenuto nel penitenziario di Alligator Alcatraz, la controversa struttura voluta da Donald Trump per ospitare migranti irregolari in Florida, starebbe per tornare a casa: il rientro è fissato per martedì 5 agosto.

Secondo fonti di governo, si tratta di Samuel Gheorghe, un 30enne originario di Lodi arrestato il 12 luglio a Miramar, nella Contea di Broward. Il 6 agosto dovrebbe fare ritorno anche Gaetano Mirabella Costa, 45enne di Fiumefreddo, in Sicilia, detenuto dai primi di luglio ad Alligator e successivamente trasferito nel Centro Ice di Krome, a Miami. Dopo sei mesi in carcere per accuse di aggressione e detenzione di stupefacenti, a Mirabella Costa era stata contestata anche la violazione della legge sull’immigrazione.

Al momento del fermo, Gheorghe risultava privo dei documenti necessari per risiedere negli Stati Uniti. Sottoposto a una misura temporanea di espulsione, gli era stata applicata una cavigliera elettronica con l’obbligo di presentarsi alla polizia di Fort Lauderdale. Il mancato rispetto di questi termini ha comportato l’arresto e il trasferimento ad Alligator Alcatraz il 27 luglio.

Dopo il trasferimento, Gheorghe ha parlato con il console generale di Miami, confermando di essere in buone condizioni di salute ma esprimendo preoccupazione per la presenza di altri detenuti descritti come aggressivi. Il 30enne non si è opposto alla procedura di espulsione e non comparirà davanti al giudice per l’immigrazione.

Alligator Alcatraz, allestito in tempi record nelle Everglades popolate da alligatori, coccodrilli e pitoni, è operativo dal primo luglio e può accogliere fino a cinquemila persone. Tecnicamente un luogo di sosta in attesa dell’espulsione, Trump stesso ha avvertito che “potrebbe essere più duro della prima Alcatraz” durante l’inaugurazione.

Le organizzazioni per i diritti dei migranti si sono mobilitate temendo per le condizioni di detenzione. Mirabella Costa, in un appello del 20 luglio, ha definito la struttura “un incubo”, denunciando che i detenuti erano tenuti “letteralmente in gabbia, come in un pollaio, in 32, con i bagni aperti e senza la possibilità di parlare con un avvocato, né con un giudice”.

Nelle scorse settimane era stato condotto ad Alligator Alcatraz anche Fernando Eduardo Artese, 63enne con doppio passaporto italiano e argentino, fermato a fine giugno mentre tentava di lasciare gli Stati Uniti per l’Argentina. Su di lui pendeva un mandato per aver superato il periodo consentito di permanenza nel Paese. È rientrato a Roma il 31 luglio.

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