Beppe Sala

Milano nel mirino: Sala indagato, Salvini all’attacco, Schlein conferma la fiducia

L’inchiesta sull’urbanistica coinvolge il sindaco di Milano. Il centrodestra chiede le dimissioni, il Pd ribadisce il sostegno all’amministrazione meneghina.

Milano – Il sindaco Beppe Sala è indagato in una delle circa venti inchieste della procura di Milano sull’urbanistica in città, scatenando un terremoto politico che attraversa tutti i partiti. Sala è indagato per due ipotesi di reato: false dichiarazioni su qualità personale proprie o di altri, in relazione alla mancata attestazione di conflitti di interesse, e induzione indebita.

L’offensiva di Salvini

Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini non ha perso tempo nel lanciare l’attacco politico. “Auspico che i milanesi possano tornare a scegliere una nuova amministrazione, non per le inchieste da cui spero possano uscire tutti innocenti, ma chiedo che Milano torni a correre. Cosa che per colpa di Sala non sta facendo”, ha dichiarato il leader della Lega.

Matteo Salvini

Salvini ha accusato la giunta guidata dal sindaco di “immobilità”, aggiungendo: “Non vorrei che la sinistra si chiudesse nel fortino per paura di perdere le elezioni, i milanesi non possono andare avanti altri due anni con una città ferma”. Un attacco che va oltre l’aspetto giudiziario per toccare direttamente l’efficacia dell’amministrazione comunale.

La risposta del Pd: fiducia ma attenzione

Dal fronte opposto, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha adottato una linea di equilibrio tra sostegno politico e prudenza giudiziaria. “Le notizie sull’indagine di Milano non ci lasciano indifferenti e chiedono attenzione. Anche per noi è importante capire bene i contorni precisi di questa vicenda. Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura, che dovrà accertare se ci sono state delle responsabilità penali individuali”, ha dichiarato.

schlein
Elly Schlein

Schlein ha però ribadito la vicinanza del partito al sindaco: “Il Pd è al fianco del sindaco Sala, che ho sentito per esprimergli direttamente la nostra vicinanza, e continua a sostenere il lavoro che l’amministrazione farà nei prossimi due anni per affrontare le grandi sfide che ha di fronte la città, dall’abitare alla transizione ambientale che va tenuta sempre insieme all’inclusione sociale e all’accessibilità”.

Il quadro dell’inchiesta

Sala potrebbe essere indagato anche per induzione indebita a dare o a promettere utilità relativamente al progetto del “Pirellino”, edificio venduto a Coima dal comune per la cifra di 175 milioni nel 2019, con il metodo dell’asta pubblica.

Il procuratore Marcello Viola

La Procura sostiene che Sala avrebbe ricevuto pressioni per riconfermare, a dicembre del 2024, Marinoni alla presidenza della commissione paesaggio, conferma poi avvenuta. Ai tempi Marinoni era già indagato.

Il sindaco Beppe Sala, dal canto suo, ha respinto con fermezza ogni accusa: “Allucinante apprendere da un giornale di essere indagato… non ho mai avuto il numero di Marinoni”, ha dichiarato. Ha poi aggiunto che l’amministrazione comunale “non si riconosce nella lettura che viene data della vicenda”.

L’inchiesta sul capoluogo meneghino ha messo in luce strategie politiche completamente diverse. Da un lato, il centrodestra guidato da Salvini ha colto l’occasione per lanciare un attacco frontale all’amministrazione milanese, chiedendo implicitamente le dimissioni del sindaco e nuove elezioni. Dall’altro, il Pd ha scelto la linea del “garantismo operativo”: rispetto per la magistratura ma sostegno incondizionato al sindaco e alla sua amministrazione.

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