Cristallizzata la testimonianza dell’amico della vittima, che sul marito ha confermato: “Visintin sa tutto quello che è successo, l’ho dichiarato più volte e lo dirò anche in punto di morte”.
Trieste – Si è svolta stamani presso il Tribunale di Trieste, sezione Gip, l’attesa udienza di incidente probatorio relativa al caso Liliana Resinovich, la 63enne triestina trovata morta nel gennaio 2022 in circostanze ancora da chiarire. A deporre è stato Claudio Sterpin, amico della vittima, la cui testimonianza è ritenuta centrale nell’inchiesta che vede Sebastiano Visintin, marito della donna, indagato per omicidio.
Udienza a porte chiuse e tensioni all’esterno
L’udienza, disposta dalla giudice per le indagini preliminari Flavia Mangiante su richiesta della pm Ilaria Iozzi, è iniziata poco dopo le 9.30, alla presenza anche della procuratrice capo Patrizia Castaldini. L’aula si è aperta con clima teso: all’esterno del Palazzo di Giustizia si è verificato un breve e silenzioso scambio tra Visintin e Sterpin. “Chiedo rispetto per Liliana, solo questo”, ha dichiarato Visintin rivolgendosi all’amico della moglie, che ha scelto di non rispondere. Ai giornalisti, Sterpin ha ribadito: “Ho sempre rispettato Liliana”.
Le dichiarazioni del legale: “Disponibile a chiarire tutto”
Sterpin, assistito dall’avvocato Giuseppe Squitieri, ha iniziato a ricostruire i suoi rapporti con Liliana e a rispondere alle domande delle parti. “Sta ricordando benissimo tutti i passaggi, è qui per chiarire ogni situazione e non è mai caduto in contraddizione”, ha detto il legale. “Ha accettato serenamente di essere interrogato, vuole che emerga la verità”.
Secondo Sterpin, dopo la scomparsa di Liliana “l’hanno cercata tutti meno che uno”, e quell’uno sarebbe proprio Visintin, che a detta dell’uomo “se n’è fregato di andarla a cercare perché sapeva che non sarebbe tornata”. L’amico non ha dubbi: “Visintin sa tutto quello che è successo, l’ho dichiarato più volte e lo dirò anche in punto di morte”. E aggiunge quel che ha già detto più volte, ovvero che la vita coniugale di Liliana e Sebastiano era tutt’altro che un idillio, come il marito raccontava in giro. Anzi, era tutto falso.
L’inchiesta in corso e le foto “misteriose”
La morte di Liliana Resinovich, scomparsa a fine dicembre 2021 e ritrovata senza vita due settimane dopo nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, rimane avvolta nel mistero. Gli sviluppi investigativi più recenti hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati del marito, Sebastiano Visintin, con l’accusa di omicidio volontario, aggravato dal legame affettivo.
L’incidente probatorio di oggi ha l’obiettivo di cristallizzare le dichiarazioni di uno dei testimoni più rilevanti del caso, in vista di un possibile futuro processo. Al centro ci sono anche le foto contenute in un hard disk che Visintin avrebbe consegnato a un amico dopo la scomparsa di Liliana. Foto risalenti a oltre 20 anni fa in cui comparirebbe anche Sterpin insieme alla donna, e che sarebbero state scattate dallo stesso Visintin. Il quale evidentemente non poteva non conoscerlo, né ignorare che tra i due c’era un’amicizia. E forse, come ha sempre detto lo stesso Sterpin, anche qualcosa di molto di più.