Il progetto ROMEO dell’Enea dimostra che dagli scarti tecnologici si possono estrarre metalli preziosi in modo sostenibile. Ma rispetto ai Paesi del Nord, l’Italia resta indietro.
Un rifiuto, secondo la definizione corrente, è considerato uno scarto, un imballo o un bene di cui non ci si serve più. La definizione di rifiuto è stata meglio determinata da una sentenza della Cassazione (sentenza n. 48316 del 16 novembre 2016): “Deve ritenersi rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”. Quest’ultimo concetto va inteso come tutela della salute umana e dell’ambiente contro gli effetti nocivi della raccolta, del trasporto, del trattamento, dell’ammasso e del deposito dei rifiuti.
Al di là di come la giurisprudenza nazionale e comunitaria voglia inquadrare il concetto di rifiuto, sta di fatto che nella pratica comune viene associato allo scarto, a qualcosa di inutilizzabile e, quindi, da smaltire, buttare via. Assume sempre una valenza negativa sia come sostantivo che come attributo. E’ a tutti nota la sua gestione illecita da parte della criminalità organizzata, che l’ha trasformato in un grande business e in un agente dannoso per la salute umana, in quanto lo smaltimento viene effettuato senza alcun rispetto di qualsiasi protocollo legale. Ma può essere strumento di innovazione e diventare una gallina dalle uova d’oro.

L’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) è un ente pubblico di ricerca italiano che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie. Ebbene si è distinta per la stretta…relazione di amorosi sensi con Romeo. Non si tratta dell’eroe tragico shakespeariano, ma dell’acronimo di Recovery Of MEtals by hydrOmetallurgy il primo impianto in Italia dedicato al recupero di metalli preziosi da vecchi dispositivi elettronici. Si è raggiunti un’efficienza del 95% per estrarre oro, argento, platino, palladio, rame, stagno e piombo attraverso un processo idrometallurgico, una tecnica basata sulla chimica in soluzione acquosa per ricavare il metallo da minerali, da minerali arricchiti o da materiali riciclati o residui.
I costi sono molto bassi, mentre è alta la sostenibilità ambientale in quanto si lavora a temperatura ambiente. Secondo stime diffuse dall’Agenzia in questo modo si possono produrre molti chili di metalli, compresi oro e argento, pari ad un valore di 10mila euro secondo i prezzi del mercato corrente. Gli esperti di Enea ritengono che lo scopo non è solo il riciclaggio dei rifiuti elettronici, ma pensare ad una struttura per tutto il territorio nazionale per il recupero di metalli di valore dagli scarti elettronici.

Attualmente sono i Paesi del Nord Europa all’avanguardia del settore mentre il Belpaese arranca nelle retrovie. Romeo può dare una svolta significativa a questo modo di fare e può produrre meno dipendenza dell’Europa, per quanto riguarda le materie prime erogate da Paesi extraeuropei.
Enea sta lavorando, da anni, su una serie di programmi che riguardano diversi settori, mentre altri sono nella loro fase iniziale. Basti pensare a quello in collaborazione con l’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, l’unica autorità nazionale di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell’aviazione civile in Italia, nel rispetto dei poteri derivanti dal Codice della Navigazione.
Il fine è decarbonizzare gli aeroporti nazionali. Oppure il simulatore di reattore nucleare di IV generazione. Se si mira alla difesa dell’ambiente va tutto accolto con soddisfazione. Bisogna, però, guardarsi le spalle da lestofanti, corruttori prezzolati e faccendieri vari che pullulano nel variopinto sottobosco politico-imprenditoriale nazionale!