Detenuto senegalese aggredisce tre agenti nel carcere di Udine, Sappe: “Servono body-cam e taser”

L’uomo, trasferito da Verona per motivi di sicurezza, ha colpito al volto un vice ispettore e aggredito altri due agenti. Il Sappe denuncia gravi criticità nelle carceri.

Udine – Mattinata di violenza nel carcere di Udine, dove un detenuto senegalese, noto per la sua prestanza fisica e per essere un ex pugile, ha aggredito tre agenti della Polizia penitenziaria durante una contestazione disciplinare.

Il detenuto, trasferito da Verona per motivi di sicurezza, si è reso protagonista di un’escalation di violenza: secondo la ricostruzione del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), ha prima sferrato un pugno al volto di un vice ispettore, poi lo ha afferrato al collo e infine ha aggredito altri due agenti intervenuti per fermarlo.

Secondo il delegato nazionale del Sappe, Massimo Russo, lo stesso detenuto aveva già aggredito il personale penitenziario quattro giorni fa, rendendo ancora più grave l’accaduto e sollevando interrogativi sulle decisioni dell’amministrazione penitenziaria. “È incredibile – dichiara Russo – che si continuino a trasferire detenuti violenti in istituti con carenze di organico, sovraffollati e privi delle condizioni minime per garantire sicurezza”.

Duro anche il commento del segretario generale del Sappe, Donato Capece, che ha ribadito le richieste storiche del sindacato: “Da decenni chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari per quei soggetti con gravi problemi psichiatrici, sempre più presenti negli istituti ordinari”.

Infine, Russo ha invocato l’introduzione dei taser e delle body-cam per gli agenti, strumenti ritenuti necessari per gestire situazioni di grave pericolo e garantire trasparenza e sicurezza nelle operazioni.

Al momento, non si conoscono le condizioni cliniche dei tre agenti feriti, ma l’episodio riaccende il dibattito sulle condizioni critiche del sistema carcerario italiano, in particolare per quanto riguarda la gestione dei detenuti violenti o con disturbi mentali.

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