Cuoca colombiana uccisa da un colpo di fucile a Siena: “Non è stato un incidente”

Per la morte di Ana Yuleisy Manyoma Casanova, il 10 agosto scorso, è stato arrestato il connazionale e convivente Luis Fernando Porras Baloy.

Siena – Non è stato un colpo accidentale ad uccidere Ana Yuleisy Manyoma Casanova, una donna colombiana di 32 anni, freddata il 10 agosto dell’anno scorso da un colpo di fucile alla testa nella sua abitazione in via del Villino, a Siena. Ne sono convinti gli inquirenti che hanno mandato in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato, Luis Fernando Porras Baloy, 27enne connazionale e convivente della vittima.

La tragedia si è consumata nel pomeriggio del 10 agosto 2024, in un appartamento a pochi passi dal centro storico di Siena, dove Ana Yuleisy, conosciuta come “Giulia” e apprezzata cuoca in un ristorante di Piazza del Campo, viveva con Porras Baloy, la figlia di 10 anni (nata da una precedente relazione) e altri familiari, tra cui la sorella della vittima e il suo compagno. Secondo le ricostruzioni iniziali, il colpo mortale sarebbe stato sparato da un fucile calibro 16, illegalmente detenuto da Porras Baloy, mentre i due si trovavano soli in camera da letto. L’uomo, un meccanico di 26 anni all’epoca dei fatti, ha sostenuto durante l’interrogatorio che lo sparo fosse partito accidentalmente, dichiarando: “Non volevo ucciderla, il colpo è partito per sbaglio”. Ha raccontato di aver tirato fuori il fucile da sotto il letto per mostrarlo, negando qualsiasi intenzione omicida.

Tuttavia, le indagini coordinate dalla Procura di Siena, sotto la guida del sostituto procuratore Niccolò Ludovici e del procuratore capo Andrea Boni, hanno smentito la tesi dell’incidente. L’esame balistico, disposto sull’arma, e l’autopsia, condotta dal professor Mario Gabbrielli della medicina legale di Siena, hanno confermato che il colpo è stato esploso a distanza ravvicinata con l’intento di uccidere. Il proiettile, caricato a pallini, ha colpito Ana Yuleisy alla testa, causandone la morte immediata. La Procura ha escluso errori di maneggio o incidenti, evidenziando che “il colpo è stato volontario” e che il delitto si inserisce in un contesto di violenza domestica.

L’omicidio di Ana Yuleisy si configura adesso come un femminicidio, aggravato da un contesto di maltrattamenti familiari. Sebbene gli amici della coppia descrivessero il loro rapporto come “ottimo”, le indagini hanno rivelato segnali di tensioni pregresse. La Procura ha raccolto dichiarazioni di familiari e conoscenti che suggeriscono episodi di violenza, anche se non chiariti pienamente.

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