Atti persecutori contro la nipote nel Reggino: misure cautelari per madre e figlio

La 78enne e l’uomo, di 47, sono sotto indagine per violenze fisiche e verbali, minacce e molestie in pregiudizio della vittima.

Reggio Calabria – Un’operazione congiunta condotta dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri della Compagnia di Palmi, nei comuni di Castellace di Oppido Mamertina e Scido, ha portato all’esecuzione, nei giorni scorsi, di un’ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di una donna di 78 anni e di suo figlio, di 47. Sono indiziati, allo stato del procedimento in fase di indagini preliminari e fatte salve diverse valutazioni nelle fasi successive, dei reati di atti persecutori e di lesioni personali pluriaggravate in pregiudizio di una ragazza, rispettivamente nipote e cugina dei 2 destinatari della misura cautelare. Il provvedimento è stato disposto dal Gip di Palmi su richiesta della Procura, nella persona del sostituto procuratore Letterio De Domenico, sotto la direzione del procuratore capo Emanuele Crescenti.

Per la madre 78enne sono stati disposti gli arresti domiciliari, per il figlio la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi dalla stessa abitualmente frequentati. A fondamento dell’ordinanza di misura cautelare, le attività investigative condotte rispettivamente dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri, che hanno accertato reiterati comportamenti compiuti dagli accusati, che hanno posto in essere violenze fisiche e verbali, minacce e molestie in pregiudizio della vittima, nonché diversi episodi di lesioni personali pluriaggravate, anche in concorso. 

Il tutto è stato realizzato con l’aggravante dei motivi abietti, ossia per odio e risentimento nutriti dai presunti autori nei confronti della vittima, “colpevole” di aver “collaborato” con l’autorità giudiziaria, e cioè di avere reso dichiarazioni a carico di alcuni soggetti, autori di una violenza sessuale nei suoi confronti, così “inimicandosi” ambienti vicini alla criminalità organizzata.  Le lesioni personali sono state poste in essere con l’aggravante, fra l’altro, dell’utilizzo di un’arma impropria, ossia di una corda utilizzata a guisa di frusta. Nella stessa occasione è stata anche rilevata la premeditazione degli autori, avendo gli stessi attirato la vittima in una vera e propria “trappola”. 

La collaborazione tra la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, ha consentito di mettere fine ai reiterati episodi di violenza fisica e verbale, evitando possibili più gravi conseguenze alla vittima.

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