Ilaria Sula e Mark Samson

Ilaria Sula, la testimonianza choc della madre di Samson: “Sembrava un demonio, ho avuto paura”

Interrrogata dal pm, Nors Man Lapaz racconta gli agghiaccianti particolari del dramma nell’appartamento di Roma: “Mi ha aperto la porta, la faccia di Mark non era la sua. Era rosso, tremava forte, da far paura. In filippino mi ha detto: ‘Se non lo facevo io, ammazzavano me'”.

Roma – Un racconto agghiacciante emerge dall’interrogatorio di Nors Man Lapaz, madre di Mark Antony Samson, il 23enne che il 26 marzo ha ucciso a coltellate Ilaria Sula, 29 anni, nel loro appartamento di via Homs, nel quartiere Africano di Roma. Indagata per concorso in occultamento di cadavere, Lapaz ha descritto al pm Andrea Nicolosi, il 7 aprile in Questura, un Mark sconvolto, tremante e “come posseduto da un demonio,” che le avrebbe confessato: “Se non lo facevo io, ammazzavano me.” La drammatica testimonianza, riportata da Il Messaggero e Corriere della Sera, getta luce su un delitto passionale segnato da una relazione tossica e da un’esplosione di violenza. La vicenda, che ha sconvolto Roma e Terni, città natale di Ilaria, continua a sollevare interrogativi sul movente e sul ruolo della madre.

La madre di Samson: “Era irriconoscibile”

Durante l’interrogatorio del 7 aprile, Nors Man Lapaz, 50enne di origine filippina, ha ricostruito gli eventi della mattina del 26 marzo con toni drammatici. Arrivata nell’appartamento di via Homs dopo una chiamata del figlio, ha trovato Mark in uno stato alterato: “Mi ha aperto la porta, la faccia di Mark non era la sua. Era rosso, tremava forte, da far paura. Mi ha detto ‘non ho dormito, non ho mangiato…’ Lo diceva come fosse un demonio, ho avuto paura che facesse del male anche a me.” Cercando di calmarlo, Lapaz ha sentito il figlio gridare “mamma… mamma!!” in preda al panico.

Sul pavimento, la donna ha visto il corpo di Ilaria Sula, a faccia in giù, in una pozza di sangue. “Gli ho detto ‘amore, cosa hai fatto?’ E lui, in filippino, mi ha risposto: ‘Se non lo facevo io, ammazzavano me,’ come a voler dire che se non moriva lei sarebbe morto lui,” ha dichiarato Lapaz. La frase, interpretata dagli inquirenti come un tentativo di giustificazione, suggerisce una percezione di minaccia, forse legata alla gelosia o a una disputa con Ilaria, ma non chiarisce il movente esatto. La madre, sconvolta, ha descritto un tentativo di pulire il sangue e spostare il corpo, azioni che le sono valse l’accusa di occultamento di cadavere.

Un femminicidio efferato

Ilaria Sula, commessa ternana trasferitasi a Roma, è stata uccisa con 22 coltellate, inferte con un coltello da cucina trovato nell’appartamento. L’autopsia, condotta il 29 marzo, ha confermato che i colpi hanno raggiunto cuore, polmoni e gola, causando una morte rapida ma atroce. Mark, arrestato il 26 marzo dopo aver vagato per ore e aver chiamato la madre, ha confessato il delitto, ma ha fornito versioni contraddittorie, parlando di una lite furiosa senza chiarire cosa l’abbia scatenata. La procura, guidata dal pm Nicolosi, ipotizza un omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà e dal legame sentimentale: i due, ex conviventi, avevano una relazione tormentata, segnata da liti e tentativi di riconciliazione.

Le indagini hanno rivelato che Ilaria, tornata a Roma da Terni per motivi di lavoro, aveva trascorso la notte con Mark, forse per chiarire la loro situazione. Messaggi WhatsApp recuperati dal cellulare della vittima mostrano discussioni accese, con Mark che accusava Ilaria di tradimento. Un vicino, citato da Leggo, ha riferito di aver sentito urla intorno alle 6:00, seguite da un silenzio inquietante. Il corpo di Ilaria è stato poi trovato in un dirupo a Poli, a circa 40 km da Roma, nascosto all’interno di una valigia: a gettarlo lì era stato Samson poche ore dopo aver commesso il delitto.

Il ruolo di Nora

Nors Man Lapaz è indagata per concorso in occultamento di cadavere, un reato che prevede fino a 7 anni di carcere. Secondo la procura, la donna avrebbe aiutato il figlio a pulire il sangue e a spostare il corpo di Ilaria, tentando di nascondere le tracce del delitto prima dell’arrivo della polizia. Nel suo interrogatorio, Lapaz ha negato un’intenzione deliberata, descrivendo un’azione dettata dal panico e dall’amore materno: “Volevo proteggere mio figlio, non sapevo cosa fare.” Gli inquirenti stanno verificando se la madre fosse a conoscenza delle tensioni tra Mark e Ilaria o se abbia agito solo dopo il delitto.

La difesa di Lapaz, rappresentata dall’avvocato Marco Miraglia, punta a dimostrare che la donna era in stato di choc e non ha avuto un ruolo attivo nell’occultamento. “Nors Man ha agito sotto pressione emotiva, vedendo il figlio in quello stato,” ha dichiarato Miraglia a RomaToday. Il Gip, tuttavia, ha disposto gli arresti domiciliari per Lapaz, in attesa di ulteriori accertamenti.

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