Femminicidio a Udine: uccisa dall’ex marito che poi muore in un incidente

Evaso dai domiciliari, Mohamed Naceur Saadi ha aggredito la donna, Samia Bent Rejab Kedim, con un’arma da taglio. Indagini su un possibile suicidio dell’uomo.

Udine – Samia Bent Rejab Kedim, tunisina di 46 anni, è stata uccisa a coltellate dall’ex marito, Mohamed Naceur Saadi, 58 anni, nel suo appartamento al civico 71/a di via Joppi, nella periferia sud-ovest della città. L’uomo, già agli arresti domiciliari a Monfalcone con braccialetto elettronico e un divieto di avvicinamento alla vittima, avrebbe violato le misure restrittive per compiere il delitto. Dopo l’omicidio, Saadi è fuggito in auto, perdendo la vita in un incidente contro un camion cisterna a Basagliapenta di Basiliano, lungo la statale Pontebbana. Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Luca Olivotto, non escludono che lo schianto sia stato un atto volontario.

Teatro dell’omicidio, tra le 11.30 e mezzogiorno di oggi, un appartamento al primo piano di una palazzina Ater, all’angolo con via Timavo. Samia Bent Rejab Kedim, separata da Saadi, viveva con il figlio minorenne, mentre le due figlie maggiorenni avevano lasciato la casa. Secondo le ricostruzioni della Questura di Udine, l’ex marito, nonostante il divieto di avvicinamento per precedenti episodi di violenza domestica, si era recato nell’abitazione. Qui, armato di un’arma da taglio – probabilmente un coltello da cucina – ha aggredito la donna, colpendola ripetutamente e causandone la morte. I vicini, allarmati dai rumori, hanno chiamato il 112, ma all’arrivo dei soccorsi Samia era già senza vita.

Dopo il delitto, Saadi è fuggito in auto verso ovest, lungo la strada statale 13 Pontebbana. Intorno alle 12.30, nel tratto tra Basiliano e Basagliapenta, il suo veicolo si è schiantato frontalmente contro un camion cisterna. L’impatto, devastante, non ha lasciato scampo: l’uomo è morto sul colpo, nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, della polizia locale e del 118. La polizia stradale sta indagando per chiarire se lo schianto sia stato accidentale o un gesto volontario, ipotesi avvalorata dalla violenza dell’urto e dal contesto del delitto.


La storia di Samia e Saadi è segnata da anni di abusi. Dopo il divorzio, l’uomo, classe 1967, era stato posto agli arresti domiciliari a Monfalcone per reati legati alla violenza domestica, con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico. Nonostante le misure restrittive, Saadi continuava a presentarsi a casa della ex moglie, vessandola e intimorendola. Secondo testimonianze raccolte dalla Questura, costringeva Samia e le figlie a chiudersi in una stanza, occupando il resto dell’appartamento e chiudendo a chiave le altre stanze. Le figlie, in particolare, avevano denunciato episodi di minacce e percosse, che avevano portato al divieto di avvicinamento. Non è chiaro come Saadi abbia eluso il braccialetto elettronico, ma gli inquirenti sospettano un malfunzionamento o una manomissione del dispositivo, un aspetto al centro delle indagini.

I tre figli della coppia, due ragazze maggiorenni e un minore, sono stati affidati a familiari e assistiti da psicologi. Una delle figlie, residente a Londra, è rientrata a Udine. La zona di via Joppi non è nuova a episodi di violenza. Nel maggio 2022, a poche centinaia di metri, in via della Valle, Lauretta Toffoli, 74 anni, fu uccisa a coltellate da un vicino evaso dai domiciliari.

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