Chiusa l’inchiesta per l’omicidio di Costa Volpino: con le aggravanti contestate Jashandeep Badhan rischia l’ergastolo.
Costa Volpino (Bergamo) – Sono passati quasi sei mesi dalla notte del 26 ottobre 2024, quando Sara Centelleghe, studentessa di 18 anni, è stata brutalmente uccisa con 67 forbiciate al volto e alla testa nella sua casa di via Nazionale 124. L’assassino, Jashandeep Badhan, allora 19enne vicino di casa, ha confessato il delitto, ma la sua versione – “ero strafatto di cocaina, eroina e cortisone” – non sembra destinata a scalfire le pesanti accuse formulate dal pm Gianpiero Golluccio, che ha chiuso le indagini. Con l’interrogatorio richiesto da Badhan nel carcere di Pavia, assistito dall’avvocato Roberto Grittini, emergono nuovi dettagli di una tragedia che ha scosso la comunità bergamasca. Eppure, le aggravanti contestate puntano dritte all’ergastolo.
Badhan, elettricista di origini indiane, ha raccontato di essere rientrato da una serata di eccessi quella notte. “Cercavo hashish per calmarmi,” ha dichiarato, sostenendo di aver contattato la 17enne amica di Sara, ospite nell’appartamento della vittima, per uno scambio di droga. Le chat, acquisite dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo, confermano: alle 00.28 scrive, “Se ti do 30 euro di zia [cocaina], mi dai 3g [di hashish]?” Alle 00.49, si assicura che la ragazza sia scesa: “Sei sotto?”
La sua versione diverge dagli inquirenti. Badhan dice di non averla trovata fuori dal palazzo e di essere salito al terzo piano per cercarla, entrando da una porta lasciata aperta. Qui, Sara si sarebbe svegliata, sorprendendolo. “Mi sono spaventato e le ho dato dei pugni,” ha ammesso, per poi afferrare un paio di forbici e colpirla 67 volte, concentrandosi sul viso. Ma per i carabinieri non cercava la 17enne: voleva altro hashish, forse quello trovato dietro la porta (30 grammi di marijuana) o i 64 grammi di hashish con bilancino gettati in un cestino vicino casa. Dopo il delitto, alle 01.17, mente alla 17enne – che lo aspetta da mezz’ora – scrivendo di essere stato “sgamato” dai genitori, mentre era già rientrato nel suo appartamento, a pochi passi dalla scena del crimine.
Il pm Golluccio contesta tre aggravanti che rendono il caso da ergastolo. La crudeltà, per l’accanimento feroce su una ragazza indifesa, colpita ripetutamente al volto – un dettaglio che ha sconvolto anche i periti medici legali. La minorata difesa, perché Badhan si è intrufolato di notte mentre Sara dormiva, fragile nel suo pigiama di Hello Kitty. Infine, l’omicidio per commettere un altro reato: il furto di droga, movente che il 19enne non nega, pur minimizzandolo.
La difesa punta sull’alterazione da stupefacenti – “cocaina, eroina, cortisone” – per attenuare la responsabilità, ma gli inquirenti ribattono che Badhan era lucido: ha pianificato lo scambio, mentito dopo il delitto e nascosto le tracce, lasciando impronte di sangue solo per la fretta di fuggire. La perizia psichiatrica, disposta a novembre 2024 durante un mese di osservazione a Monza, non ha rilevato patologie mentali, ma un “craving” per la droga, un desiderio incontrollabile che lo avrebbe spinto a agire.
La ricostruzione della Procura dipinge un Badhan freddo e calcolatore: organizza lo scambio, approfitta dell’assenza della 17enne – scesa a prendere da bere – e uccide Sara per eliminare un testimone. La stanza a soqquadro, il materasso ribaltato e i segni di colluttazione suggeriscono che la ragazza abbia provato a difendersi. Lui, invece, si dipinge come un ragazzo fuori controllo, spaventato e drogato, incapace di spiegare l’escalation di violenza. “Non so perché l’ho fatto,” aveva detto al primo interrogatorio, una frase ripetuta anche a Pavia.
La 17enne, indagata dalla Procura dei Minori di Brescia per spaccio, resta un tassello oscuro. Ha cancellato parte delle chat e forse gettato la droga trovata nel cestino, ma non è accusata dell’omicidio. La madre di Sara, quella notte fuori casa, e il padre, separato, attendono giustizia. “Mi aspetto la pena più alta,” ha detto la mamma a BergamoNews, “anche se nulla me la riporterà.”
Con le indagini chiuse, il destino di Badhan è nelle mani del gip. La difesa potrebbe chiedere un rito abbreviato, puntando sulle attenuanti generiche o sull’incapacità da droga, ma le aggravanti – crudeltà e rapina – pesano come macigni.