Abusi su minori, stalking e revenge porn: le vittime tutte tra i 12 e i 15 anni. Il 37enne è ai domiciliari, andrà alla sbarra a luglio.
Brescia – Un uomo di 37 anni, professionista e padre di famiglia apparentemente insospettabile, è stato arrestato lo scorso agosto dai carabinieri al termine di un’inchiesta coordinata dal pm Alessio Bernardi. Ora si trova ai domiciliari, in attesa del processo con rito abbreviato fissato per il 10 luglio prossimo, dove risponderà di accuse gravissime: atti sessuali con minori, detenzione di materiale pedopornografico, prostituzione minorile, stalking e revenge porn. Le vittime, una dozzina di ragazzine tra i 12 e i 15 anni, sarebbero state adescate tra la Franciacorta e i comuni al confine tra Brescia e Bergamo.
Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe usato “strategie subdole” per avvicinare le adolescenti, sfruttando tre profili Instagram e vari alter ego su app di messaggistica. “Mentiva su età e stato familiare, offriva denaro e regali costosi per indurle a inviare foto e video espliciti,” spiegano i carabinieri. In alcuni casi, gli incontri sarebbero sfociati in rapporti sessuali completi. L’indagine è partita dalla denuncia dell’ex moglie, vittima di stalking e diffusione di materiale intimo, che ha portato alla luce il sistema perverso dell’uomo.
Un’operazione partita dall’ex moglie
L’arresto, eseguito il 13 agosto 2024, è scattato dopo mesi di accertamenti. La svolta è arrivata quando l’ex moglie, esasperata da minacce e revenge porn, ha segnalato il caso alla Procura di Brescia. Da lì, i carabinieri hanno ricostruito un quadro agghiacciante: il 37enne avrebbe manipolato psicologicamente le ragazzine, promettendo loro smartphone, abiti firmati o contanti. “Le convinceva con lusinghe e pressioni,” riferiscono gli investigatori. Alcune vittime, incontrate di persona, sarebbero state abusate fisicamente.
Nell’udienza preliminare di questi giorni, una delle minori si è costituita parte civile, insieme all’ex moglie. Il rito abbreviato, scelto dall’imputato, prevede uno sconto di un terzo sulla pena, ma le accuse restano pesanti. La mole di prove—chat, immagini e video—è schiacciante, raccolta dopo perquisizioni domiciliari e analisi dei dispositivi.
Un predatore digitale
Il 37enne, residente a Palazzolo sull’Oglio, operava con profili fake, presentandosi come un giovane scapolo. Le vittime, tutte tra i 12 e i 15 anni, provenivano da paesi vicini, contattate tramite social o conoscenze dirette. “Le induceva a produrre materiale pornografico, che poi conservava,” aggiungono i militari. La detenzione di questo materiale aggrava il capo d’accusa, insieme alla prostituzione minorile per gli scambi di favori sessuali con regali.