Bankitalia: povertà energetica per il 14% delle famiglie Ue, in Italia il 7%

Lo rileva uno studio della Banca d’Italia pubblicato nella collana “Questioni di economia e finanza”. Indagine sulla spesa sostenuta.

Roma – La povertà energetica nel 2015 colpiva in media circa il 14 per cento della popolazione europea, quasi un quinto della popolazione in Francia, Germania e Spagna e il 7 per cento in Italia. Un insufficiente processo di armonizzazione dei dati e la mancanza di informazioni essenziali (quali l’ammontare della spesa energetica) limitano il confronto tra paesi e la costruzione di un indicatore europeo; occorre un miglioramento della qualità dei dati raccolti dalle attuali indagini. Lo rileva uno studio, intitolato “Un’analisi della povertà energetica nell’Unione europea”, pubblicato dalla Banca d’Italia nella collana “Questioni di economia e finanza”.

La povertà energetica, cioè la difficoltà ad acquisire prodotti energetici essenziali, colpisce milioni di famiglie e rappresenta una sfida significativa per l’Unione europea dati gli ambiziosi obiettivi della transizione energetica. Il lavoro pubblicato da Bankitalia analizza la dimensione europea del problema calcolando sui dati delle indagini sulla spesa delle famiglie (EU-HBS) per gli anni 2010, 2015 e 2020 un indicatore che valuta i costi energetici elevati per le famiglie in disagio economico (Low Income High Cost – LIHC).

In Italia due milioni di famiglie, l’equivalente dell’intera popolazione del Veneto, non possono permettersi quello che per molti di noi è scontato: il calore in inverno, il fresco in estate, la luce per studiare la sera. A parlare della povertà energetica è stato anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. Eurostat la definisce come l’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di servizi energetici. In parole povere: non poter accendere il riscaldamento quando fa freddo, non poter usare l’aria condizionata quando l’afa ti toglie il respiro, dover razionare l’uso degli elettrodomestici”.

“Non è – ha ribadito più volte Dona – solo un problema di chi vive in condizioni di povertà assoluta. La crisi energetica degli ultimi due anni ha creato una nuova categoria di vulnerabili: famiglie che fino a ieri vivevano una vita dignitosa e che oggi si trovano a dover scegliere quali bollette pagare. I numeri parlano chiaro: nel 2022, la spesa energetica media delle famiglie italiane è schizzata a 1.915 euro, 500 euro in più rispetto all’anno precedente. Un aumento del 32% che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie”. “C’è poi un aspetto – spiega Dona – di cui si parla troppo poco: l’educazione finanziaria ed energetica. Molte famiglie non sanno come leggere una bolletta, non conoscono la differenza tra mercato libero, Servizio di tutela per la vulnerabilità e Stg-servizio a tutele graduali (che hanno i mercati tutelati per gas e luce terminati rispettivamente a gennaio e luglio 2024) e tutelato, non capiscono come scegliere il fornitore più conveniente”. 

Non si tratta solo di avere i soldi per pagare le bollette, ma di “avere gli strumenti per fare scelte consapevoli. Saper gestire il proprio budget energetico, conoscere i propri diritti e gli aiuti disponibili può fare la differenza tra restare a galla o sprofondare nella povertà energetica”, ha spiegato il presidente dell’Unione consumatori.

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