Ronde “anti-maranza” a Milano, identificati gli ideatori: indagine per associazione a delinquere

L’inchiesta è partita dall’analisi di un video di circa 50 secondi diffuso sui social, che riprendeva un brutale pestaggio in Darsena.

Milano – La Procura ha avviato un’inchiesta sul movimento “Articolo 52”, nato su Instagram meno di una settimana fa, con l’accusa di associazione a delinquere. Il fascicolo, gestito dal pm Alessandro Gobbis, include anche ipotesi di reati come propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, oltre a un’aggressione violenta ai danni di un giovane avvenuta di recente sulla Darsena.

Gli investigatori avrebbero già individuato alcuni dei presunti promotori, che mirano apertamente a organizzare ronde “anti maranza” per le strade della città, con slogan come “onore, patria e sicurezza” e promesse di “riprendere Milano” reagendo “alla violenza con la violenza”. Da giorni le Forze dell’ordine stanno setacciando il web per identificare i responsabili.

Le indagini sono partite dall’analisi di un video di circa 50 secondi diffuso domenica sui social, che riprende un brutale pestaggio vicino al ponticello tra viale Gorizia e viale D’Annunzio. Nel filmato, un ragazzo, accusato da alcuni presenti di aver rubato una collana, viene aggredito a calci e pugni da almeno due individui incappucciati e vestiti di nero. Le immagini, difficili da datare, non sembrano aver scatenato immediate richieste di soccorso al 112. L’attenzione degli inquirenti si è poi spostata sui gruppi Telegram creati per l’iniziativa, suddivisi per zone (Nord, Sud, Ovest, Est), dai quali i gestori hanno progressivamente escluso persone sospettate di essere “infiltrati” o “provocatori”.

Il gruppo, che prende il nome dall’articolo della Costituzione italiana che definisce la difesa della Patria un dovere sacro del cittadino, ha un obiettivo dichiarato: abbandonare i social per scendere in strada, formando “ronde anti-crimine” e “anti maranza”, senza escludere il ricorso alla violenza.

Attraverso le stesse piattaforme online, è stata avviata una raccolta fondi a termine, con versamenti destinati a un conto in Lituania, per finanziare l’acquisto di spray al peperoncino, walkie-talkie e per coprire eventuali costi legali dei membri. Analizzando i contenuti sui social e le immagini diffuse, gli inquirenti avrebbero già individuato alcuni nomi, sui quali proseguono ora le verifiche.

“Articolo 52”, tuttavia, non sembra intenzionato a interrompere le sue attività. Ieri mattina, “Max”, un milanese che si presenta come uno degli organizzatori, lo ha ribadito intervenendo a “La Zanzara”, il programma di Radio24 condotto da Giuseppe Cruciani e Davide Parenzo. Riguardo al pestaggio in Darsena, ha raccontato: “Ero lì con il mio gruppo quando una ragazza ha gridato. È arrivato questo ragazzo, lo abbiamo bloccato e ha subito le conseguenze delle sue azioni”. Ha poi precisato: “Sono stati i miei compagni a colpirlo, non io. Con i miei 115 chili lo avrei mandato dritto in ospedale”. Max, però, respinge etichette come “giustiziere” o “eroe”.

Ha quindi lanciato un messaggio deciso: “Non ci fermeremo. Siamo padri di famiglia, stanchi di vivere nella paura per i nostri figli che non possiamo più lasciare uscire tranquilli. Andremo avanti finché le forze dell’ordine non interverranno”. Secondo lui, a queste ultime dovrebbero essere concessi “poteri assoluti”. La filosofia del gruppo è chiara: “Questo Paese è nel caos, serve un segnale forte. Loro agiscono con violenza, noi dobbiamo rispondere allo stesso modo”. La sua proposta? “A questo punto, vale la legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente”.

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