Il presidente della Toscana Giani promulga la legge sul fine vita

L’annuncio del governatore: “La comunicazione del Collegio di garanzia sulla correttezza del testo approvato certifica la piena legittimità”.

Firenze – Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha promulgato la legge regionale sul fine di vita medicalmente assistito. La legge era stata temporaneamente sospesa, dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale, a seguito di un ricorso presentato dal centrodestra al Collegio di garanzia statutaria, ricorso poi rigettato. “La comunicazione da parte del Collegio di garanzia sulla correttezza del testo di legge approvato dal Consiglio regionale l’11 febbraio scorso certifica la piena legittimità di un atto – ha detto Giani – che la Regione Toscana ha deciso di approvare, prima fra le 20 regioni italiane, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale numero 242 del 2019”.

Ciò “conferma la natura strumentale del ricorso, agito dall’opposizione per motivazioni politiche. La legge infatti – continua il presidente – è stata elaborata attraverso un confronto, una concertazione, un approfondimento molto serio. E il giudizio del collegio di garanzia dà conto anche di questo”. “Oggi ho promulgato la legge, e sin da subito a dare attuazione alla disposizione normativa nelle procedure che essa richiede per la costituzione della relativa Commissione etica e negli adempimenti che la legge prospetta per l’attività della giunta”, ha concluso il presidente della Toscana. 

“Nessuna strumentalizzazione da parte nostra, a maggior ragione su un tema così delicato”, avevano replicato i capigruppo in Consiglio regionale di Fi, Lega e Fdi, “Anzi, proprio per questa ragione, vogliamo andare fino in fondo e pertanto abbiamo presentato un ricorso al collegio di garanzia statutaria per chiedere se la legge approvata dal Consiglio regionale della Toscana nei giorni scorsi in materia di assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito, in assenza di una legge statale che assicuri la necessaria uniformità, risulti conforme allo Statuto della Regione”.

A febbraio il Consiglio regionale della Toscana aveva deciso di approvare, con emendamenti, la proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita “Liberi subito”, promossa dall’Associazione Luca Coscioni e supportata da oltre 10mila firme. La Toscana era diventata così la prima regione italiana a introdurre una regolamentazione sulla procedura attraverso la quale le persone che vogliono accedere al suicidio assistito possono far domanda all’Asl, e su tempi e modalità di risposta della commissione preposta a verificare la sussistenza dei requisiti fissati dalla Consulta affinché l’aiuto al suicidio non costituisca reato. Ora dopo il varo, in Toscana, della prima legge regionale sul fine vita, e il conseguente effetto domino sulle altre Regioni, pronte ad accodarsi, in Parlamento si prova a tracciare le basi di una legge bipartisan.

La battaglia dell’Associazione Luca Coscioni

Di certo il tema è molto spinoso e delicato: dopo il primo caso di suicidio assistito in Lombardiasi riapre il dibattito politico sul tema etico e il centrodestra si divide. La Lega, con i governatori Luca Zaia e Attilio Fontana, e il leader Matteo Salvini ha lanciato un sondaggio sui social. Fratelli d’Italia e Forza Italia, invece, hanno parlato di “fughe in avanti” delle Regioni. Il riferimento è anche all’approvazione di una legge sul tema da parte della Toscana, che definisce tempi e procedure. Una normativa “che impugnerei, se dipendesse da me”, ha detto il segretario azzurro e vicepremier Antonio Tajani, che sul tema chiede una competenza nazionale e non regionale.

La politica, sul tema, è come sempre divisa. “La nostra posizione è chiara, non può esserci una competenza regionale, deve essere nazionale”, ha dichiarato il leader di Forza Italia Tajani. Sulla stessa lunghezza d’onda FdI, con la responsabile Famiglia Maddalena Morgante che ha ribadito la centralità “del principio della difesa della vita in ogni fase e condizione”. Confidano in un intervento nazionale i governatori del Lazio, Francesco Rocca, e della Liguria, Marco Bucci. Mentre la Lega lascerà libertà di coscienza sull’argomento. Matteo Salvini ha lanciato un sondaggio sui social per sondare gli umori, trovando nei commenti anche il favore dei suoi follower, tra chi ritiene una regolamentazione “indispensabile” e chi si spinge a dire che “sarebbe un grande atto di civiltà”.

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