La popolazione mondiale crescerà fino al 2080 per poi declinare. Quali Paesi si espanderanno e quali subiranno un crollo? L’Italia è in allarme: quali soluzioni?
La parola “crisi” non è lo spauracchio come si pensa. La sua etimologia deriva dal latino “crisis” e dal greco “krisis”, ossia “scelta”, “decisione”. Quindi, indica necessità di decidere, di scegliere, con coraggio! Questo assunto vale per la crisi demografica, su cui hanno scritto un brillante ed arguto articolo sul Corriere della sera, a cura di Milena Gabanelli e Francesco Tortora.
La popolazione mondiale, negli ultimi 100 anni è cresciuta 4 volte tanto: si è passati dai 2 miliardi del 1925 agli 8,2 del 2024. La crescita è stata possibile grazie al calo della mortalità infantile, dal progresso della medicina e dall’incremento della vita media. Anche se da tempo è scattato l’allarme “sovrappopolazione”, gli eventi stanno andando verso una rotta opposta. Come sostenuto dal “World Population Prospects”, la biennale pubblicazione della Divisione Popolazione dell’ONU sulle stime e le previsioni della popolazione mondiale. In realtà si cresce sempre meno rispetto alle attese.
Secondo gli esperti la popolazione per restare costante deve avere un numero medio per donna pari a 2,1. Invece, sono già 131 i Paesi sotto la soglia. Il trend è in calo più o meno in tutti i Paesi europei. In Italia la quota più alta è stata raggiunta nel 2014 con 60,6 milioni di abitanti e nei prossimi 30 anni potrebbe essere di 35,5 milioni.
Sul…banco degli accusati ci sono:
- il calo del tasso di fertilità
- un maggiore benessere che, forse, spinge ad essere più egoisti e a godersi la vita
- cause culturali, tra cui maggiore informazione e accesso sulla contraccezione
- l’età media delle donne per diventare madri si è spinta sempre più in avanti
- il fatto che se non si lavora in due il bilancio familiare va in sofferenza.
Anche la Cina è in decrescita soprattutto negli ultimi 3 anni e secondo le stime subirà un crollo vertiginoso passando da 1,426 miliardi del 2021 ai 638 milioni a fine secolo. Così come altri Paesi asiatici. Poi ci sono Paesi che invece sono in fase di crescita come il Brasile, l’Iran, la Turchia, il Vietnam fino al 2050 circa. Dopo comincerà un implacabile crepuscolo.
La maggioranza della popolazione mondiale vive in 126 Paesi che subiranno un aumento della popolazione del 38%per raggiungere l’apice entro fine secolo. Una notevole crescita si verificherà nell’Africa subsahariana, Repubblica Democratica del Congo. Etiopia, Nigeria. Infine negli USA, paradossalmente, malgrado il basso tasso di fertilità attuale, si vedrà la popolazione crescere fino a raggiungere 421 milioni di abitanti, più 86 rispetto ad oggi. Qui l’incremento è dovuto dagli stranieri, senza i quali ci sarebbe il 36% di popolazione in meno.
L’India, il Paese più popoloso del mondo con 1,45 miliardi di abitanti, nel 2069 arriverà 1,7 miliardi per calare a fine secolo, con 1,5 miliardi. Un andamento, decisamente, altalenante. Le previsioni indicano nel 2080 come l’anno del picco di popolazione mondiale, 10,3 miliardi, poi inizierà il declino.
L’equilibrio potrà essere raggiunto da quei Paesi che avranno la capacità di tenere il tasso di fertilità a 2,1 figli per donna. Solo così si potrà avere la sostituzione della forza lavoro in grado di reggere la spesa pensionistica e assistenziale. Per attuare un programma del genere c’è bisogno di una classe politica che guardi oltre il contingente e sia capace di progettualità nel lungo periodo. C’è qualcosa di simile nel nostro Paese? Si nutrono fondati dubbi!