Enrico Costa: “Ancora la pubblicazione di ordinanze cautelari, è reato”

Il deputato di Forza Italia: “Chi dovrebbe intervenire è troppo impegnato e commette a sua volta una gigantesca omissione”.

Roma – “Continuano ad essere pubblicate sui quotidiani e sui siti online dei media stralci testuali di ordinanze di custodia cautelare, con tanto di brani intercettati tra virgolette. È vietato dalla legge, è reato. Ma chi dovrebbe intervenire è troppo interessato a vedere il proprio lavoro gonfiato dalla stampa per aprire procedimenti penali conseguenti a tali violazione, e commette a sua volta una gigantesca omissione”. La denuncia è di Enrico Costa, deputato di Forza Italia. A dicembre scorso infatti il Consiglio dei ministri aveva approvato in via definitiva il decreto legislativo che vieta la pubblicazione testuale delle ordinanze di arresto, esercitando la delega inserita da un emendamento di Costa nella legge di delegazione europea per il 2024, il provvedimento con cui l’Italia si adegua ogni anno al diritto Ue.

Non solo. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, rispetto allo schema che era stato licenziato a settembre, ha fatto un passo in più. Nel decreto non si parlava più di “ordinanze di custodia cautelare“, ma di “ordinanze che applicano misure cautelari personali“. I giornali dunque, in base a questo decreto non possono più riportare tra virgolette non solo i provvedimenti con cui il giudice dispone la custodia cautelare in carcere o gli arresti domiciliari, ma anche quelli in cui vengono applicate misure meno gravi, cosiddette “non custodiali”, come l’obbligo/divieto di dimora, l’interdizione dallo svolgimento di un’attività o l’obbligo di firma. Eppure tutti questi atti, per loro natura, non sono coperti da segreto investigativo, essendo a conoscenza degli indagati e dei loro difensori.

Il divieto vale fino alla fine dell’udienza preliminare oppure, laddove non è prevista, fino alla fine delle indagini preliminari: rimarrà consentito, invece, pubblicare il “contenuto” dell’ordinanza, cioè la sintesi parafrasata da chi scrive.

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