Il corpo di Liliana Resinovich è rimasto sempre nel parco dove è stato ritrovato

Le perizie hanno evidenziato la presenza di una minima quantità di peli appartenenti a terzi sul corpo e sugli indumenti della 63enne triestina.

Trieste – Liliana Resinovich sarebbe stata uccisa, con elevata probabilità, il giorno stesso della sua scomparsa e il suo cadavere sarebbe sempre rimasto nel luogo in cui, una ventina di giorni dopo, è stato ritrovato. Dal 14 dicembre 2021 al 5 gennaio 2022 il cadavere della 63enne sarebbe dunque rimasto adagiato tra la fitta vegetazione del parco di San Giovanni, dove un tempo sorgeva l’ex ospedale psichiatrico.

Dalle nuove analisi condotte dall’anatomopatologa forense, Cristina Cattaneo, non sarebbero infatti emersi elementi tali da escludere questa possibilità, a cui si sarebbe giunti per deduzione. Sulla base di quanto emerge, le analisi non avrebbero evidenziato sul corpo della donna segni riconducibili al congelamento. Il decesso sarebbe stato causato da asfissia meccanica esterna, contestuale o immediatamente successiva alle lesività riscontrate su parte del corpo. Tutti i dettagli questi che dovrebbero venir spiegati e sviluppati tra le pagine del corposo documento che Cattaneo ha redatto assieme a Stefano Tambuzzi, Biagio Eugenio Leone e Stefano Vanin.

Il fascicolo è stato assegnato alla pm Ilaria Iozzi e a quanto si apprende nuove indagini sono già in corso. Una direzione sarebbe già stata indicata dalla perizia dopo il ritrovamento di una minima quantità di peli, appartenenti a terzi, sui sacchetti, sul pube e sugli indumenti di Liliana. C’è attesa dunque per nuove analisi genetiche e per l’eventuale iscrizione dei primi nomi sul registro degli indagati. Secondo le ultime evidenze però non ci sarebbero più dubbi: Liliana è stata uccisa.

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