Le intercettazione della figlia di Wanna Marchi, arrestata a Milano insieme all’ex compagno Davide Lacerenza per un giro di droga e prostitute nel locale gestito dalla coppia.
Milano – Se lo aspettava Stefania Nobile, sapeva che prima o poi sarebbe stata arrestata. Lo temeva e attribuiva la responsabilità all’ex compagno, Davide Ivan Lacerenza, con cui gestiva, da socio occulto, i locali milanesi Gintoneria e Malmaison. “Tanto da un momento all’altro arrivano, io me lo aspetto. Io non dormo”, diceva in un’intercettazione.
Aveva ragione: ieri è finita ai domiciliari insieme a Lacerenza e al suo collaboratore di fiducia, il barman Davide Ariganello. Le accuse, nell’ambito dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Milano, includono autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, oltre a detenzione e spaccio di stupefacenti. Durante l’operazione, sono stati sequestrati 900mila euro, ritenuti frutto di attività illecite.
L’inchiesta è partita dall’analisi di circa 650mila euro versati nei conti della Gintoneria e di Lacerenza nell’arco di tre anni, ufficialmente catalogati come pagamenti per “degustazioni champagne” da parte di un cliente facoltoso. Tuttavia, quando gli investigatori lo hanno interrogato sulle sue spese, ha rivelato che quelle “degustazioni” comprendevano escort e cocaina, con un servizio di consegna a domicilio gestito, secondo la ricostruzione degli inquirenti, da Ariganello.
L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dalla giudice Alessandra Di Fazio, descrive nei dettagli il giro di prostituzione all’interno dei locali e i ruoli dei soggetti coinvolti. Lacerenza, con disinvoltura, selezionava le escort dopo averle personalmente “testate”, mentre Nobile, pur non gradendo la loro costante presenza nei locali, ne riconosceva il valore economico. Secondo gli investigatori, chiudeva un occhio sulle attività illecite e si occupava di camuffarne i profitti.
In un’intercettazione, Lacerenza proponeva di inscenare una serata di lusso per i social, spargendo bottiglie vuote per far credere di aver ospitato clienti importanti. Nobile, invece, si concentrava sugli incassi, insistendo affinché venissero registrati in giornata: “Devi dirmeli perché van battuti oggi”.
I guadagni le avrebbero permesso di finanziare diversi viaggi all’estero, spesso in compagnia della madre, Wanna Marchi. Con la carta aziendale, avrebbe pagato trasferte in Albania, Turchia e Miami, compresi viaggi lampo di sole 24 ore, come quello in Albania lo scorso aprile a bordo di una Lamborghini Urus.
Diversa era la sua posizione rispetto allo spaccio e al consumo di cocaina nei locali, un tema che la preoccupava al punto da valutare di denunciare l’ex compagno. “Io son già stata in galera. Lui scherza e ride, ma non c’è stato. Dopo due ore in carcere si ammazza”, affermava.
Anche Wanna Marchi, pur non essendo indagata, era consapevole delle dinamiche all’interno del locale e ne parlava nelle intercettazioni con il figlio. “Ogni due ore ci svegliamo a controllare cosa fa lui”, diceva, raccontando anche un episodio in cui Lacerenza avrebbe assunto droga davanti a lei: “Io ho avuto una crisi, mi son messa a piangere. Ho detto: no, questo io non me lo merito”.
Nonostante le sue preoccupazioni, secondo la giudice Nobile avrebbe volontariamente ignorato le attività illecite pur di ottenere facili guadagni. L’avvocato Liborio Cataliotti, che difende gli indagati, ha dichiarato: “Nobile è accusata esclusivamente di essere stata amministratrice di fatto dell’attività e di non aver impedito i reati contestati. Questo è l’unico commento che posso fare”.