Dalla protesta al Pirellone: l’attore hard Max Felicitas ricevuto da consigliere FI

Giuseppe Licata: “La scuola deve decidere senza pressioni esterne. Edoardo vuole solo sensibilizzare i ragazzi contro il bullismo”.

Milano – Il porno attore Max Felicitas, all’anagrafe Edoardo Barbares, continua a far parlare di sé ma non per il suo primo lavoro. Due giorni fa doveva tenere una lezione di educazione sessuale ai ragazzi dell’istituto Ponti di Gallarate, poi annullata dopo l’opposizione del gruppo Pro Vita. Così si era incatenato davanti alla scuola in provincia di Varese. Dalla protesta, sostenuta tra l’altro dagli studenti, è approdato al Pirellone. Ha chiesto e ottenuto infatti un incontro con il consigliere regionale del territorio, l’esponente di Forza Italia Giuseppe Licata.

“Ho accettato senza sottrarmi al confronto – ha detto Licata – e ho appurato che Edoardo, perché io lo chiamo così e non Max Felicitas, ha tutte le buone intenzioni che sono quelle di affrontare un tema importante e delicato, molto attuale, che è il bullismo e il cyberbullismo, che lui ha subito peraltro, e fare un lavoro di sensibilizzazione dei giovani su questo tema. Argomento che io conosco da vicino avendo in ballo una legge regionale sul patentino digitale dedicato proprio all’uso dello smartphone”. Secondo Licata, “è la scuola che deve decidere, serenamente e senza pressioni esterne dalla politica come è accaduto, quali iniziative si devono intraprendere all’interno delle scuole, tenendo conto anche di aspetti importanti come il contenuto di ciò di cui si vuole parlare e la capacità di comunicare”.

Dopo il “no” al suo intervento nella scuola di Gallarate, Max Felicitas si è incatenato davanti all’Istituto Ponti, dove avrebbe dovuto parlare, con tanto di bavaglio alla bocca. Felicitas ha poi postato una foto sui social: “Contro qualsiasi forma di discriminazione. Voglio lottare ogni giorno contro chi giudica, contro chi limita la libertà altrui, contro qualsiasi forma di pregiudizio. Ringrazio tutti i ragazzi per sostenermi. Libertà”, si legge nella didascalia. Era in catene, con un bavaglio sulla bocca e un giubbotto con la parola “libertà” scritta per 4 volte. Ad accoglierlo circa 200 studenti che hanno applaudito e incoraggiato la sua scelta, gridando per la libertà e approfittando dell’occasione per segnalare i problemi della scuola come “infiltrazioni dal tetto e pc obsoleti”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa