Passa in Cdm il decreto contro il ‘caro-bollette’: misure per le famiglie e le imprese

La premier: “Il Governo ha stanziato 3 miliardi di euro per dare risposta immediata alle necessità del momento, un impegno da rispettare”.

Roma – Via libera del decreto contro il ‘caro-bollette’ in Cdm. Il Consiglio dei ministri ha approvato le “misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale, di riduzione dell’onere fiscale, nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio”. La premier Meloni, in un video pubblicato sui social, ha spiegato: “Oggi il governo ha stanziato 3 miliardi di euro per fronteggiare il caro bollette. Siamo intervenuti per dare una risposta immediata alla necessità del momento, ma abbiamo anche deciso di guardare al futuro con scelte di lungo periodo, perché è questo quello che serve all’Italia, scelte coraggiose e strutturali. È l’impegno che abbiamo assunto con gli italiani ed è l’impegno che intendiamo rispettare”. 

Tra gli obiettivi, estendere la platea del bonus sociale bollette con un meccanismo che assicuri il sostegno soprattutto ai più vulnerabili. Aiuti anche alle aziende e misure per efficientare il sistema. Via libera anche al disegno di legge delega al governo in materia di energia nucleare sostenibile. “Con questo intervento le famiglie con reddito fino a 25mila euro di Isee, quindi la stragrande maggioranza, potranno contare nel prossimo trimestre su un sostegno di circa 200 euro se ne faranno richiesta, significa che dovrete presentare il vostro Isee. È un contributo che salirà fino a 500 euro per chi ha già i requisiti per il bonus sociale quindi i nuclei fino a 9.530 euro”. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato che le misure del decreto bollette mobilitano complessivamente 3 miliardi, di cui 1,6 miliardi per le famiglie e 1,4 sul sistema imprese. “Le risorse vengono dalla Cassa servizi energetici e ambientali, il che evita di ricorrere a maggiore indebitamento e deficit”, ha aggiunto. 

Un vertice di governo nella giornata di ieri aveva sciolto gli ultimi nodi e preso le decisioni politiche, mettendo sul piatto circa 3 miliardi su un orizzonte che dovrebbe essere di tre mesi, per garantire “un sostegno concreto” a famiglie imprese impoverite dal caro-energia. Meloni ha aggiunto che “oltre a un certo prezzo dell’energia, lo Stato ha deciso che rinuncerà all’Iva e destinerà l’eccesso di Iva alla riduzione delle bollette”.

I bonus sociali sulle bollette elettriche vengono determinati in base alla composizione del nucleo familiare e al livello di disagio economico. Ecco gli importi del bonus ordinario, se non ci dovessero essere modifiche: famiglie con 1-2 componenti: 113,46 euro all’anno; famiglie con 3 componenti: 146,40 euro all’anno e famiglie con 4 o più componenti: 161,04 euro all’anno. Ci sono poi dei distinguo da fare. In caso di fornitura diretta, si ha diritto al bonus se il contratto elettrico, di gas o acqua è intestato a uno dei componenti il nucleo Isee. Se il contratto è intestato a un altro soggetto (per esempio il proprietario di casa, se l’abitazione è in affitto) il bonus non viene riconosciuto. La fornitura deve avere una tariffa per uso domestico (per il servizio idrico deve essere uso domestico residente) e deve essere attiva (significa che il servizio è in corso di erogazione) o momentaneamente sospesa per morosità.

A preoccupare di più tra la crisi determinata dal conflitto Russia-Ucraina e l’aumento dei prezzi è il gas. Il valore del bonus sociale gas viene quantificato dall’Autorità e varia da mese a mese: lo sconto che le famiglie trovano in bolletta è diverso a seconda della stagione in cui viene riconosciuto. Ogni tre mesi il valore del bonus gas cambia: è più alto nel periodo invernale in cui si consuma più gas e più basso nei mesi estivi in cui il consumo è minore. In questo modo le fatture invernali diventano più “leggere”.Nei giorni scorsi Assium, l’associazione degli utility manager, che ha analizzato gli ultimi dati di Arera, ha evidenziato che in 12 mesi oltre 1,2 milioni di famiglie non vulnerabili sono passate al mercato libero dell’energia elettrica, pagando per la luce tariffe mediamente più alte dell’80% rispetto a quelle applicate nel Servizio a Tutele Graduali e del 44% rispetto a quelle del mercato tutelato, rimasto attivo per i clienti vulnerabili. 

A gennaio 2024 più di 4,4 milioni di famiglie non vulnerabili rientravano nel mercato tutelato dell’energia elettrica, che è terminato a luglio del 2024. Chi non ha scelto un operatore del mercato libero, spiega Assium, a partire da luglio è migrato automaticamente nel Servizio a Tutele Graduali, che oggi conta poco più di 3,2 milioni di utenti non vulnerabili. Le opposizioni intanto continuano il pressing sull’esecutivo: “Il governo dovrebbe fare una politica energetica che attualmente non c’è”, ha detto il Pd. “Per la maggioranza le bollette non sono un’urgenza”, ha aggiunto il Movimento 5 Stelle.

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