Il 36enne il 25 luglio del 2022, precipitò dalla finestra di casa durante una perquisizione di alcuni agenti del distretto di Primavalle.
Roma – Il Ministero dell’Interno sarà responsabile civile nel processo ai poliziotti imputati nella vicenda di Hasib Omerovic, l’uomo di 36 anni che, il 25 luglio del 2022, precipitò dalla finestra della sua abitazione in via Gerolamo Aleandro, durante una perquisizione da parte di alcuni agenti del distretto di polizia di Primavalle. I tre poliziotti sono accusati a vario titolo dei reati di tortura e falso. L’assistente capo della polizia di Stato, Andrea Pellegrini, è accusato di tortura. Davanti al Gup del tribunale di Roma si è svolta l’udienza preliminare dove era stato citato il dicastero dell’interno come responsabile civile.
L’avvocatura dello Stato ne ha chiesto l’estromissione, ma il Gup ha rigettato la richiesta chiamando il causa il ministero dell’Interno solo per la posizione di Pellegrini, accusato di tortura. Secondo il pm Stefano Luciani, l’irruzione nell’abitazione di Hasib Omerovic “con il compimento di plurime e gravi condotte di violenza e minaccia, cagionava al 36enne un verificabile trauma psichico, in virtù del quale lo stesso precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti”.
Gli altri operanti, accusati di falso, hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. I due, si legge nel capo d’imputazione, avrebbero attestato falsamente che l’intervento era “dipeso dall’essersi incrociati per strada lungo il tragitto e non, come realmente accaduto, da accordi telefonici previamente intercorsi” omettendo “di indicare tutte le condotte poste in essere da Pellegrini all’interno dell’appartamento”. Un ultimo poliziotto imputato ha patteggiato 11 mesi e 16 giorni di condanna. L’udienza è stata aggiornata al 17 ottobre del 2025.