Subappalto illecito nel settore edile, tre persone agli arresti domiciliari a Modena

Il principale indagato, un imprenditore di origine campana, era già stato destinatario di una confisca richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna.

Modena – Tre persone sono state poste agli arresti domiciliati dalla Finanza di Modena perché indagati per trasferimento fraudolento di valori e subappalto illecito. Il provvedimento giunge all’esito di un’attività d’indagine nell’ambito di un procedimento penale che vede indagate complessivamente 7 persone e coinvolte 3 società operanti nel settore edile.

Le investigazioni hanno avuto ad oggetto l’operatività di un imprenditore di origini campane, ma residente da tempo in provincia di Modena, con numerosi precedenti penali principalmente per reati tributari e contro il patrimonio nonché con continue frequentazioni e cointeressenze economiche con appartenenti alla criminalità organizzata di tipo camorristico, come evidenziato in più interdittive antimafia emesse dalle Prefetture di Bologna e Modena nei confronti di società a lui riconducibili.

L’indagato era stato destinatario anche di una misura di confisca di prevenzione di beni emessa dal Tribunale di Modena, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, divenuta definitiva con sentenza della Corte di Cassazione nell’anno 2022.

L’imprenditore, subito dopo l’emissione del provvedimento di confisca, aveva fittiziamente attribuito a un prestanome la rappresentanza legale di due società con sedi a Mirandola e Carpi, pur continuando a gestirle quale dominus, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale antimafia.

Inoltre, una delle società, con il concorso dell’amministratore di altra impresa aggiudicataria di due gare pubbliche d’appalto, rispettivamente, per la riqualificazione energetica di una scuola in provincia di Ferrara e per l’efficientamento energetico e il miglioramento antisismico di un istituto scolastico in provincia di Reggio Emilia, aveva eseguito in subappalto non autorizzato alcune opere, peraltro in assenza di iscrizione nella “white list” della Prefettura di Modena, che ne aveva rigettato, sempre nell’anno 2022, l’istanza presentata in considerazione della accertata sussistenza del pericolo di infiltrazione mafiosa.

Dalle indagini è emerso anche il ruolo di primo piano assunto dalla coniuge del principale indagato, la quale, anch’essa interessata dalla citata misura di prevenzione disposta Tribunale di Modena, si occupava dei profili amministrativi, contabili e finanziari delle società, anche con riferimento ai rapporti con gli altri istituti di credito (fatturazione nonché gestione dei pagamenti, delle pratiche relative al personale dipendente e dei rapporti con i professionisti contabili e consulenti del lavoro). Le contestazioni formulate dalla Procura vanno dall’anno 2020 al 2023.

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