Turista canadese denuncia violenza in un B&B: chiesta la condanna per due cugini

Per Agostino e Giuseppe Romano la Procura ha chiesto rispettivamente 10 e 7 anni di reclusione. Le visite mediche hanno evidenziato graffi ed ematomi, ma non segni evidenti di stupro.

Palermo – Una serata che doveva essere spensierata si è trasformata in un incubo per una turista canadese, ospite di un bed and breakfast nei pressi della Stazione Centrale di Palermo. La donna ha denunciato di essere stata vittima di violenza sessuale il 2 novembre 2023, ma di essersene resa conto solo ore dopo, al suo risveglio, trovando la stanza a soqquadro, un bicchiere rotto e alcuni preservativi nel cestino.

Secondo l’accusa, i responsabili sarebbero due cugini, Agostino e Giuseppe Romano, per i quali oggi la Procura ha chiesto rispettivamente 10 e 7 anni di reclusione. Entrambi hanno sempre respinto ogni addebito, sostenendo che il rapporto fosse stato consenziente.

Durante l’udienza, anche la difesa ha presentato le proprie argomentazioni, mettendo in dubbio la ricostruzione dei fatti fornita dalla Procura e il racconto della vittima. Il giudice per l’udienza preliminare, Marco Gaeta, ha deciso di non emettere ancora una sentenza, ordinando invece l’audizione di alcuni testimoni per chiarire ulteriormente la vicenda.

La turista, che si è costituita parte civile, aveva raccontato di essere arrivata a Palermo per stare accanto al fidanzato, ricoverato in ospedale dopo un incidente. Qui avrebbe conosciuto Agostino Romano, che le sarebbe apparso gentile e disponibile. Si sarebbe fidata di lui al punto da invitarlo, insieme al cugino, a trascorrere la serata nel suo alloggio.

Secondo il suo racconto, la serata era iniziata in modo piacevole, con alcol e momenti di leggerezza. Poi, però, il vuoto. L’ultima immagine che ricorda è quella di Agostino che cercava di baciarla mentre lei rideva e gli diceva di no. Quando ha riaperto gli occhi, indossava solo una felpa bagnata e la stanza era in disordine. Scioccata, aveva pulito tutto, lavato le lenzuola e inviato un messaggio a Romano per chiedere spiegazioni.

Le visite mediche hanno evidenziato graffi ed ematomi, ma non segni evidenti di violenza sessuale. Si è accertato inoltre che la donna quella sera avesse assunto alcol. Gli imputati hanno sempre negato l’accusa, confermando di aver trascorso la serata con lei ma insistendo sul fatto che ogni interazione fosse stata consensuale.

Un elemento chiave dell’indagine è rappresentato dalle intercettazioni telefoniche. In una conversazione, Agostino Romano ammetteva di sentirsi in colpa “solo nei confronti di mia moglie” e si diceva preoccupato per le accuse. Il cugino, invece, sosteneva di non avere nulla da temere: “Io sono tranquillo perché non c’è stata nessuna violenza”.

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