M5S grida “Vergogna!”. Scranni di Montecitorio deserti. Restano incerti i tempi del voto finale, che potrebbe slittare a marzo.
Roma – Arriva la mozione di sfiducia, targata Movimento Cinque Stelle e sottoscritta anche dal Pd, nei confronti della ministra del Turismo Daniela Santanchè per il caso Visibilia. Oggi si è svolta la discussione generale sulla mozione nei confronti dell’esponente di Fratelli d’Italia, rinviata a giudizio per false comunicazioni sociali su una delle società del gruppo da lei fondato. La ministra era presente in Aula, accanto a lei nei banchi del governo i ministri Ciriani e Musumeci. Vuoti i banchi di Forza Italia, Lega e Noi Moderati.
Presenti la segretaria del Pd, Elly Schlein, e il leader del M5S Giuseppe Conte. “Siamo qui a chiedere che la ministra Santanché si dimetta per una serie di motivi e in primo luogo perché è un conflitto di interessi che cammina, non avrebbe nemmeno dovuto essere nominata – ha detto Vittoria Baldino (M5s) illustrando la mozione – La sua è una resistenza a tutela della sua poltrona, la nostra è a tutela delle istituzioni”.”Il vostro motto era ‘coerenza, coerenza coerenza’ e ora è ‘poltrona, poltrona, poltrona’”, ha detto il Dem Federico Gianassi in Aula durante la discussione generale rivolgendosi ai banchi della maggioranza. “Ministra Santanché: l’unica battaglia che sta vincendo – ha aggiunto – è quella con la premier Meloni che, ancora una volta, riesce a fare una sola cosa: scappare”.
“Andremo a ‘Chi l’ha visto?'”, ha ironizzato. Gianassi ha evidenziato la scarsa presenza della maggioranza in Aula: “I banchi di FI sono vuoti, anche quelli della Lega e perfino di Noi moderati, c’è un drappello di martiri di FdI costretti a presentarsi e che però non prenderanno la parola” per difenderla. Alla fine della discussione generale, la ministra Santanché – appena si è concluso l’ultimo intervento – si è alzata dai banchi del governo e ha lasciato l’emiciclo. Dagli scranni del M5s si sono sentite le voci di deputate e deputati che hanno gridato ripetutamente “Vergogna!”, dato che la ministra non ha replicato, come prevede invece il Regolamento. Il vicepresidente di turno, Fabio Rampelli, è allora intervenuto: “Colleghi, per favore, scoprite forse oggi che ci si può prenotare per la replica anche nella seduta successiva?”.
Il centrodestra ha deciso di non intervenire. La spiegazione ufficiale richiama il precedente del 2024, quando la maggioranza bocciò la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni sempre a Santanchè. Anche in quell’occasione i gruppi di maggioranza scelsero di non partecipare alla discussione generale, ma di intervenire solo nelle dichiarazioni di voto. “Sto lavorando tranquillamente, rispondo a tutto. Lavoro e porto avanti le attività del ministero”, afferma Santanché ostentando sicurezza. Sulla mozione di sfiducia, la seconda dopo quella bocciata ad aprile scorso, la titolare del Turismo si dice “tranquilla” e dal suo entourage fanno sapere che sarà presente in Aula per ascoltare gli interventi dell’opposizione. Nei giorni scorsi il presidente del Senato Ignazio La Russa aveva invitato Santanchè “a valutare la propria posizione” anche in vista dell’udienza fissata per il 20 marzo. Dal canto suo la ministra ha sempre confermato l’intenzione di proseguire il suo incarico di governo.
Resta da capire quando è previsto il voto finale per la mozione di sfiducia, che in caso di tempi celeri sulla discussione generale potrebbe avvenire già nella giornata di domani. Spetta alla Camera fissare il voto alla luce dell’agenda dei lavori con l’arrivo in settimana dei decreti Emergenze e Pnrr. Mentre giovedì le Camere si riuniranno in seduta comune per l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale, appuntamento che potrebbe far slittare ulteriormente i tempi del voto fino ai primi di marzo. La ministra per il Turismo però rischia di non essere l’unica a dover fare i conti con una mozione di sfiducia. Il Pd infatti starebbe lavorando ad mozione – questa volta al Senato, ma i tempi sarebbero ancora lunghi – contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio per la gestione del dossier Almasri.
C’è poi un sondaggio di Quorum/YouTrend per Sky TG24, che sottolinea come nelle ultime settimane molto si sia parlato anche del rinvio a giudizio della ministra del Turismo Daniela Santanchè in uno dei vari filoni del caso Visibilia, nello specifico quello che la vede indagata per false comunicazioni sociali. Il 71% del campione di intervistati riterrebbe opportuno che la ministra si dimettesse.