Almasri: esposto contro Lo Voi, a Perugia aperto un fascicolo senza indagati

L’atto della Procura senza ipotesi di reato segue l’esposto dell’avvocato Luigi Mele, secondo le modifiche dopo la riforma Cartabia.

Perugia – La Procura della città umbra avrebbe aperto un fascicolo senza ipotesi di reato o indagati, ovvero a modello 45, dopo avere ricevuto l’esposto dell’avvocato Luigi Mele nei confronti del Procuratore di Roma Francesco Lo Voi e dell’avvocato Luigi Li Gotti nell’ambito della vicenda Almasri. L’esposto era stato poi inviato alla Procura di Perugia competente a occuparsi di tutti i procedimenti che riguardano i magistrati romani.

L’apertura di un fascicolo a modello 45 sarebbe la conseguenza dell’applicazione della direttiva emanata dal Procuratore Raffaele Cantone dopo la riforma Cartabia. In merito all’evoluzione del procedimento viene mantenuto il massimo riserbo. Nella sua denuncia Mele ipotizzava per Luigi Li Gotti i reati di calunnia aggravataattentato contro organi costituzionali e vilipendio delle istituzioni. Nei confronti di Lo Voi, invece, l’ipotesi è di omissione di atti d’ufficio aggravata e oltraggio a un corpo politico. Mele aveva chiesto la trasmissione della sua denuncia alla Procura di Perugia, la sede competente per le questioni che riguardano i magistrati del distretto di Roma.

Najeem Osema Almasri Habish 

Tutto è iniziato con la denuncia di Li Gotti, noto avvocato e sottosegretario alla Giustizia nel governo Prodi dal 2006 al 2008, alla Procura della Repubblica di Roma contro la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i ministri dell’Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, titolare della delega ai servizi segreti, in merito alla liberazione di Osama Almasri, dopo il suo arresto a Torino, chiedendo che sulla vicenda venissero svolte specifiche indagini. Favoreggiamento personale e peculato. Sono questi i reati per i quali Li Gotti aveva sporto denuncia.

L’esposto ha poi innescato un effetto a catena che ha coinvolto Lo Voi, finito nelle polemiche per aver iscritto nel registro delle notizie di reato la premier Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi.

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