Violentata dal promoter: provette gettate, impossibile trovare la droga dello stupro

Per un errore i campioni di sangue e urine della giovane romana sono stati distrutti. Nelle mani degli inquirenti rimane il Dna dell’indagato sugli indumenti intimi della vittima.

Roma – La conferma che la “ragazza immagine” della discoteca “El Taboo” fosse stata narcotizzata con la droga dello stupro prima di essere aggredita sessualmente dal promoter del locale nell’ottobre scorso non è più possibile. I campioni di sangue e urine prelevati alla giovane, arrivati al laboratorio senza la corretta catena di custodia, sono stati considerati inutilizzabili. La direzione sanitaria dell’ospedale Santo Spirito ha confermato la distruzione dei reperti, ma resta da chiarire chi abbia commesso l’errore e perché la procedura non sia stata seguita correttamente.

Il Dna dell’indagato, il 36enne Augusto Cesar Martinez Sanchez, arrestato e ora agli arresti domiciliari, è stato comunque trovato. I carabinieri del Ris sono riusciti a estrapolarlo dagli indumenti intimi della vittima.

Resta comunque clamorosa la tipica commessa con i campioni, errore che complica non poco le indagini perché la vittima, una 20enne residente a Roma nord, non ricorda molto della serata, tranne di aver bevuto alcuni drink, uno dei quali le era stato offerto dall’indagato, e un bacio con lui in auto. La ragazza ha riferito alla polizia che dopo quel momento tutto è sfocato, fino al suo ritorno a casa, confusa e barcollante, tanto da preoccupare sua madre.

La testimonianza della madre e le intercettazioni telefoniche potrebbero essere decisive per ricostruire quanto accaduto. Grazie a quanto riferito dalla madre, la polizia ha potuto tracciare gli spostamenti della ragazza attraverso l’app di geolocalizzazione del suo telefono, scoprendo che era rimasta più di un’ora con Sanchez in un parcheggio vicino alla discoteca. Inoltre, una conversazione intercettata ha rivelato che Sanchez aveva ammesso di essersi appartato con la giovane, giustificandosi dicendo di essere rimasto vestito.

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