Catena da bici sulla linea dei treni in Veneto: indagini Digos dopo esposto Fs

La scoperta giovedì a Montagnana nel Padovano. La nota di Ferrovie dello Stato: “L’oggetto metallico poteva causare danni significativi”.

Roma – Sul caos treni dei giorni scorsi Fs ha presentato un esposto per le anomalie e i sospetti di sabotaggio sulla rete ferroviaria. Ed è di oggi la notizia di un catenaccio rivestito in gomma per la chiusura delle biciclette, appeso da ignoti alla linea elettrica ferroviaria nella stazione di Montagnana (Padova). A notarlo, l’altro ieri, sono stati gli addetti delle Ferrovie, che lo hanno rimosso dopo un paio d’ore e fatto un esposto alla Polizia ferroviaria di Legnago. Sull’episodio indaga la Digos della Questura di Padova, coordinata dalla Procura del capoluogo euganeo.

Il catenaccio si trovava all’altezza del fabbricato viaggiatori della stazione. La linea aerea non è risultata danneggiata e non c’è stata alcuna ripercussione sulla circolazione ferroviaria. Se non fosse stato notato e rimosso, comunque, l’oggetto avrebbe potuto danneggiare il pantografo dei treni in transito e la stessa linea aerea di alimentazione, con possibili conseguenze sulla circolazione ferroviaria. Approfondimenti e accertamenti sono in corso da parte della Digos, attivata dopo la segnalazione dell’esposto in Procura.

“L’oggetto metallico posizionato sulla linea elettrica” presso la stazione di Montagnana “avrebbe potuto causare danni significativi al pantografo e alla linea elettrica, determinando l’interruzione della circolazione ferroviaria e inevitabili disagi per i passeggeri. E’ quanto afferma Fs Italiane che sottolinea come grazie all’intervento tempestivo dei tecnici di Ferrovie, l’oggetto è stato prontamente rimosso e segnalato alle autorità competenti”. Giorni fa, dopo le polemiche sul caos treni il Gruppo Fs aveva fatto sapere che, “alla luce dell’ennesimo incidente anomalo sulla rete e di un elenco di circostanze altamente sospette”, aveva preparato “un esposto denuncia molto dettagliato depositato presso le autorità competenti”.

In particolare, veniva precisato, “gli orari in cui si sono verificati alcuni problemi (non può essere un caso che si tratti di quelli più complicati per la circolazione ferroviaria, con ricadute pesanti su tutta la rete), il tipo di guasti e la loro frequenza stanno destando più di qualche interrogativo”. L’esposto presentato mercoledì alla Digos della questura di Roma dovrebbe essere integrato da nuovo materiale che il gruppo starebbe
raccogliendo
, sempre per verificare l’ipotesi dei presunti sabotaggi e per capire se oltre agli episodi sospetti già elencati nell’atto – avvenuti su precise arterie ferroviarie, in giorni e orari cruciali per la circolazione, con pesanti ricadute su tutta la rete – possano essercene stati altri. Un lavoro di verifica che ora spetterà alla procura di Roma, mentre la polemica politica sul caos ferrovie intanto non si ferma, con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che resta nel mirino delle opposizioni.

Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, aggiunge: “Penso che ci sia materiale su cui le forze dell’ordine stanno ragionando e lavorando, perché sarebbe gravissimo che qualcuno per fare battaglia politica, per attaccare il ministro Salvini, il segretario della Lega, danneggiasse la giornata di lavoratori, studenti, pendolari, turisti”. Salvini parla ancora più chiaro: “Sarebbe gravissimo se per fare lotta politica o rivolta sociale qualcuno, questo è il sospetto, crei guasti, disallacci, incendi delle cabine: sarebbe gravissimo e mi auguro che si sappia il primo possibile se è così”.

E ora, il gruppo corre ulteriormente ai ripari con delle novità. Più vigilanza nelle stazioni e nei punti “nevralgici” della rete ferroviaria, più telecamere di sicurezza, maggiore presidio dei tecnici di Rfi e Trenitalia, per rendere “più tempestivo” l’intervento in caso di nuove anomalie.

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