Nelle motivazioni alla condanna di Giampaolo Amato, i giudici di Bologna segnalano come i due omicidi facessero parte di “un unico disegno criminoso”.
Bologna – L’omicidio di Giulia Tateo, suocera di Giampaolo Amato, è “strettamente legato” a quello della moglie Isabella Linsalata e fa parte di un piano criminale più ampio. Secondo la Corte, l’imputato avrebbe agito per liberarsi definitivamente di relazioni familiari che considerava un peso insopportabile e una limitazione alla sua libertà.
Questo è uno dei punti centrali delle motivazioni che hanno portato, il 16 ottobre, alla condanna all’ergastolo di Amato, ex oculista della Virtus, da parte della Corte d’Assise di Bologna. L’uomo è accusato degli omicidi della moglie, Isabella Linsalata, ginecologa di 62 anni, avvenuto tra il 30 e il 31 ottobre 2021, e della suocera Giulia Tateo, 87 anni, morta 22 giorni prima della figlia. Le indagini sono state condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura, con il sostituto procuratore Domenico Ambrosino e la procuratrice aggiunta Morena Plazzi.
Entrambi i delitti sarebbero stati commessi utilizzando un mix di farmaci. Per i giudici, presieduti da Pierluigi Di Bari, si tratta di omicidi “non accidentali, ma parte di un unico disegno criminoso legato a un movente complesso e unitario”. La Corte sottolinea inoltre che i due omicidi si sono verificati in momenti di crisi per l’imputato, quando la sua relazione extraconiugale era messa seriamente a rischio.