Denuncia per diffamazione aggravata contro il difensore di Valeria Bartolucci da parte degli avvocati che assistono Manuela Bianchi. Interviene l’Ordine degli Avvocati.
RIMINI – Colpo di scena nell’intricata vicenda della morte di Pierina Paganelli: l’avvocato Nunzia Barzan e il consulente criminalista Davide Barzan, che assistono Manuela Bianchi, nuora della vittima, hanno denunciato l’avvocato Chiara Rinaldi, difensore di Valeria Bartolucci, moglie dell’indagato recluso Louis Dassilva, per diffamazione in relazione ad alcune frasi pronunciate durante interviste e post pubblicati sui social e legati al controverso fatto di sangue di via Dei Ciclamini. L’avvocato Barzan è rappresentata dal collega penalista Marlon Lepera. Ma pare che la vicenda fra toghe vada oltre le interviste ed i post sui social presuntivamente diffamatori:
“L’avvocato Rinaldi è molto serena, non ha mai diffamato nessuno – ha aggiunto l’avvocato Antonio Petroncini, che difende la collega querelata – Osservo la curiosa coincidenza: la cliente dell’avvocato Rinaldi ha presentato una denuncia contro il signor Barzan per esercizio abusivo della professione e ha presentato un esposto disciplinare contro l’avvocata Nunzia Barzan che l’aveva assistita in precedenza e poco dopo entrambi hanno ritenuto di presentare la querela per diffamazione: una reazione che lascia oltremodo perplessi. Stupisce, sgomenta e lascia interdetti l’affermazione di Davide Barzan per cui sarebbe dispiaciuto che si sia venuto a creare un clima ostile tra legali, parole dette da chi ha presentato una denuncia. Com’è noto inoltre Davide Barzan non è un legale, non ha alcun titolo. Non mi è chiaro che titolo di studio abbia, non mi è noto che l’abbia mai esposto, sta a lui valutare se esporlo o meno”.
In buona sostanza le frasi pronunciate dalla Rinaldi in tv, durante alcune interviste e poi postate sui social network avrebbero leso la reputazione professionale in particolare dell’avvocata Nunzia Barzan, che ha inteso rivolgersi alla Procura di Bologna per il di più a praticarsi, come si dice. Ma c’è di più. Nel dicembre scorso era venuta fuori la notizia che Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva, avrebbe denunciato per esercizio abusivo della professione forense Davide Barzan il quale, con la sorella avvocato Nunzia Barzan, difende Manuela Bianchi, nuora della vittima e amante dell’operaio senegalese. Subito dopo lo stesso Dassilva avrebbe sporto denuncia contro i due Barzan per un presunto caso di infedele patrocinio. Su tale imbarazzante situazione che vede in ballo l’omicidio di una donna e di un killer ancora ignoto, era intervenuto Roberto Brancaleoni, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Rimini, che ha dichiarato di seguire con attenzione la complicata questione:
“Ho preso atto di quanto riportato dai mass media in merito alla denuncia-querela per esercizio abusivo della professione forense presentata da Valeria Bartolucci nei confronti di Davide Barzan – aveva detto il presidente dell’ente ordinistico – e se fosse confermato quanto denunciato, ossia che Barzan si sarebbe presentato a lei e al marito prima come legale e poi come consulente legale, fornendo anche consigli e pareri, interfacciandosi come colui il quale decideva la strategia difensiva, si tratterebbe di un fatto gravissimo e l’ordine degli Avvocati di Rimini si costituirebbe parte civile”.
Subito dopo rispondeva al presidente Brancaleoni, l’avvocato Lepera per conto del criminologo Barzan, senza mezzi termini:
” In primo luogo desta stupore – ha proseguito Lepera – che il presidente del Consiglio dell’Ordine di Rimini esterni la suddetta intenzione di costituirsi parte civile sulla base di una denuncia che avrebbe presentato la signora Valeria Bartolucci, ossia la moglie di Louis Dassilva, attualmente sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere per il reato di omicidio volontario, senza attendere per manifestare tale intenzione le determinazioni della magistratura requirente. In proposito, mi limito ad evidenziare che ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione da parte della Procura della Repubblica di Rimini. Né è dato a conoscere il tenore di tale denuncia, il cui contenuto ad oggi non è visibile per il segreto istruttorio…il presidente dell’Ordine ha manifestato tale intenzione di costituirsi parte civile sulla base di semplici dichiarazioni “televisive” rese dalla moglie di un indagato per gravissimo delitto che sta scuotendo la comunità riminese”.
La vicenda rischia di prendere d’aceto a riprova di quanto siano sconvenienti i processi fatti in tv e non nelle aule di giustizia.