La denuncia della famiglia: “Era in buona salute quando l’abbiamo ricoverato a Villa Sofia per una frattura alla spalla”. Il nosocomio: “Garantita l’assistenza adeguata”.
Palermo – Sanità siciliana di nuovo sul banco degli accusati. La figlia di Giuseppe Barbaro, 76 anni, deceduto dopo 17 giorni di attesa per un intervento chirurgico all’ospedale Villa Sofia di Palermo, ha presentato un esposto alla magistratura. Barbaro era stato ricoverato poco prima di Natale a causa di una frattura alla spalla provocata da una caduta domestica. Secondo i familiari, l’uomo era in buona salute prima del ricovero.
La figlia ha dichiarato: “Mio padre è arrivato al pronto soccorso il 21 dicembre e fino al 24 è rimasto su una lettiga in corridoio, poiché non c’era posto in ortopedia. Solo allora è stato trasferito in reparto, ma ci è stato detto che dovevamo attendere il suo turno per l’operazione”. Durante quei giorni, la donna ha più volte segnalato che il padre, a causa dell’immobilizzazione del braccio sinistro, non poteva nutrirsi autonomamente. Tra il 22 e il 28 dicembre, Barbaro ha iniziato a mostrare segni di confusione mentale e dissociazione. “Mi ha telefonato dicendo di essere legato al letto. Il giorno seguente ho verificato che era immobilizzato con fasce di plastica a caviglie e braccio destro, e solo dopo le mie proteste è stato slegato”, ha raccontato.
La figlia ha inoltre riferito che il padre aveva sviluppato febbre, trattata solo successivamente con paracetamolo, mentre il valore di sodio nel sangue aumentava fino a raggiungere livelli critici. Il 30 dicembre è stata avviata l’alimentazione tramite flebo, ma i medici hanno poi diagnosticato una polmonite bilaterale con diversi focolai. “Il 3 gennaio mi hanno detto che il quadro clinico era grave e che non era possibile riportare i valori del sodio alla normalità. Mio padre non è stato trasferito in terapia intensiva ed è morto il 6 gennaio”, ha concluso.
La Procura ha ordinato l’autopsia, mentre il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha convocato un incontro urgente con i vertici dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello per discutere delle criticità riscontrate. Durante una visita a sorpresa lo scorso 3 gennaio, Schifani aveva trovato nel reparto di Ortopedia 14 pazienti in attesa di intervento.
Dal reparto, come riportato dalla stampa locale, fanno sapere che “il paziente non era nelle condizioni cliniche per essere operato a causa di una grave infezione polmonare, un evento imprevisto e imprevedibile”. Il primario di Ortopedia ha aggiunto: “Sono stati eseguiti tutti gli accertamenti necessari e garantita l’assistenza adeguata”.