“Dacci i soldi o ti spariamo”: 16enne e fidanzato a processo per aver indotto il padre al suicidio a Palermo

Al centro della disputa l’eredità di 5.000 euro della madre, morta di tumore nel 2023. Tra le intimidazioni al genitore, 48 anni, anche l’accusa (falsa) di violenza sessuale.

Palermo – “Se non paghi ti prendiamo a legnate” e «ti spariamo». Ha subito per mesi le pressanti richieste di denaro della figlia sedicenne e del fidanzato diciassettenne, condite con violente minacce. Finché non ce l’ha più fatta e si è tolto la vita. Il dramma, che ha visto come vittima G.M. di 48 anni, si è consumato a Palermo tra dicembre e marzo scorsi, quando i giovani hanno ripetutamente minacciato e ricattato l’uomo, chiedendo denaro con toni intimidatori fino a indurlo al suicidio.

I due ragazzini, oggi maggiorenni ma giudicati dalla giustizia minorile perché minorenni all’epoca dei fatti, sono ora sotto processo, accusati di estorsione aggravata e istigazione al suicidio. Le prove del piano aberrante sarebbero, secondo gli inquirenti, nei messaggi che i due si scambiavano sul cellulare.

Al centro della disputa c’era l’eredità di 5.000 euro della madre, morta di tumore nel 2023. Le richieste di denaro erano accompagnate dalla minaccia che la ragazza subisse violenze o che il padre venisse screditato come genitore. Oltre alle intimidazioni, per aumentare ancora di più la pressione i due hanno minacciato l’uomo che l’avrebbero accusato di violenze sessuali, da lui mai commesse. La giovane gli avrebbe anche detto che se non fossero arrivati i soldi non sarebbe più andata a scuola, causando l’intervento dei servizi sociali. E infine, mentendo, gli avrebbe detto di essere incinta, minacciando il suicidio se non avesse ricevuto il denaro richiesto. La turpe vicenda ha visto come vittima anche la nonna paterna della ragazza, che si è costituita parte offesa nel procedimento.

La ragazza si trova attualmente in una comunità a Catania, mentre il fidanzato è detenuto presso il carcere minorile Malaspina di Palermo. L’udienza preliminare è fissata per il 26 marzo davanti al Gup Nicola Aiello. Le parti offese, inclusa la madre del defunto, cercano giustizia.


Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 199 284 284 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.

Puoi anche chiamare i Samaritans al numero verde gratuito 800 86 00 22 da telefono fisso o al 06 77208977 da cellulare, tutti i giorni dalle 13 alle 22.

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