Permesso premio di sei ore per uno dei membri del commando della Stidda che il 21 settembre 1990 freddò il giudice antimafia. La decisione del Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila.
L’Aquila – Il Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila ha concesso un permesso premio della durata di sei ore a Domenico Pace, 58 anni, uno dei membri del commando della Stidda che il 21 settembre 1990 uccise il giudice Rosario Livatino.
La motivazione del Tribunale sottolinea il comportamento esemplare di Pace in carcere e l’assenza di segnali di contatti con il contesto malavitoso. Questa decisione arriva dopo che la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura de L’Aquila contro il decreto del permesso.
Finito in manette quando aveva 23 anni, Domenico Pace ha trascorso 35 anni in carcere, dove ha intrapreso un percorso di avvicinamento alla religione cattolica e ha chiesto perdono per il suo crimine. Secondo il quotidiano La Sicilia, Pace avrebbe dimostrato un sincero pentimento, anche se rimane escluso dalla condizione di collaboratore di giustizia, spesso cruciale per ottenere benefici nella giustizia penale italiana.
L’omicidio del giudice Rosario Livatino, beatificato dalla Chiesa Cattolica nel 2021, rimane uno degli episodi più tragici della lotta alla mafia. La concessione di un permesso premio a uno degli autori di quel crimine suscita inevitabilmente dibattito: da una parte si evidenziano i progressi nella riabilitazione di Pace, dall’altra si sollevano interrogativi sull’opportunità di simili concessioni, specialmente per reati di tale gravità.