Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati in un’intervista al Corriere annuncia che non si presenterà alle elezioni per i vertici.
Roma – ”Quattro anni di impegno intensissimo e faticoso, seppure molto gratificante, sono sufficienti, e credo che nella difesa dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura occorra evitare ogni personalizzazione. Perciò è giusto che altri prendano le redini della rappresentanza”. Lo ha detto Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ annunciando che non si presenterà alle elezioni per il vertice dell’Anm. Una decisione che arriva dopo giorni di polemiche aspre.
Prima il proscioglimento di Matteo Renzi nel processo Open, poi quello di Matteo Salvini sul caso Open Arms e il dibattito sull‘uso politico della giustizia. E ancora, le polemiche sulla istituzione della ‘giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari’ da celebrare il 17 giugno, giorno dell’arresto di Enzo Tortora. Per Santalucia, una riforma per far pagare i danni ai pm che falliscono nasconderebbe un macabro disegno: “Controllare e condizionare il pm, che, rischiando una richiesta di danni a fronte a un’eventuale assoluzione, finirà per chiedersi chi glielo fa fare”.
Sullo sfondo, le reazioni e lo sciopero annunciato dall’Anm sulla separazione delle carriere. Santalucia aveva spiegato il significato della mobilitazione decisa all’unanimità dall’Associazione Nazionale Magistrati contro la riforma della giustizia all’esame del Parlamento. “Il nostro sforzo sarà quello di contrastare una narrativa che non corrisponde alla verità. La riforma danneggia i rapporti tra i poteri dello Stato e non migliora la giustizia”. Per quanto riguarda l’ipotesi dello sciopero, Santalucia aveva affermato: “Lo abbiamo messo in campo ma non ancora indetto, vedremo quando sarà opportuno farlo anche in base all’andamento dei lavori in Parlamento”. E aggiunge che la “discussione con il governo non si interrompe mai e i rapporti con il ministro Nordio sono buoni, ma ora il pallino è nelle mani del Parlamento che sta andando avanti in Aula”.
Tra le contro-mosse dei magistrati, anche una manifestazione nazionale da svolgersi dopo l’eventuale approvazione in prima lettura del disegno di legge costituzionale. Prevista anche una protesta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e il “coinvolgimento delle istituzioni europee preposte al monitoraggio dell’indipendenza e imparzialità della magistratura, anche per attivare eventuali procedure di infrazione”. Sulla riforma il dissenso delle toghe è netto e totale.