La misura era stata richiesta dai magistrati fiorentini che stanno indagando sui mandanti delle stragi di mafia del 1992-93.
Salvatore Baiardo, ex gelataio di Omegna già condannato nel 1997 per favoreggiamento dei boss mafiosi Filippo e Giuseppe Graviano, è stato condotto in carcere. La Corte di Cassazione ha confermato il provvedimento di arresto nei suoi confronti per l’accusa di calunnia aggravata a favore di Cosa Nostra, in particolare ai danni del giornalista Massimo Giletti.
L’ordinanza di custodia cautelare era stata disposta dal tribunale del riesame di Firenze, che aveva ribaltato la decisione del gip, inizialmente contrario alla misura richiesta dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli (ora procuratore capo a Prato) e dai pm Luca Turco e Lorenzo Gestri. I magistrati stanno indagando sui mandanti delle stragi di mafia del 1992-1993, un’inchiesta in cui risulta ancora indagato l’ex senatore Marcello Dell’Utri.
Giletti aveva riferito ai magistrati che Baiardo gli aveva mostrato una fotografia risalente agli anni ’90 che ritraeva Silvio Berlusconi, Giuseppe Graviano e il generale dei carabinieri Francesco Delfino seduti in un bar sul lago d’Orta, vicino a Omegna, dove Baiardo risiedeva e ospitava i fratelli Graviano. Tuttavia, durante un interrogatorio, Baiardo aveva smentito l’esistenza della foto, definendola un’invenzione. Nonostante le perquisizioni ordinate dalla Procura di Firenze, l’immagine in questione non è mai stata trovata.
La Cassazione ha inoltre riconosciuto l’aggravante per calunnia legata al favoreggiamento di Cosa Nostra in relazione ad accuse infondate mosse da Baiardo contro Giancarlo Ricca, sindaco piemontese di Cesara. In trasmissioni televisive, Baiardo aveva lasciato intendere, pur senza citarlo esplicitamente, che Ricca fosse coinvolto nel riciclaggio di denaro per conto dei Graviano.