Gli indagati sono accusati di aver messo a segno 10 brutali rapine nelle ore notturne, nei mesi di giugno e luglio.
Padova – I carabinieri di Padova e di Piove di Sacco hanno sgominato una banda di giovani ritenuti responsabili di aggressioni e rapine ai danni di omosessuali aggrediti in luoghi di incontri in una zona appartata di Padova. I militari hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere ai danni di due cittadini marocchini 23enni residenti a Fossò (VE), emesse dal gip presso il Tribunale di Padova ed ulteriori 10 perquisizioni domiciliari a carico di giovani, 6 di questi minorenni. Gli indagati sono accusati di aver messo a segno 10 brutali rapine nelle ore notturne, nei mesi di giugno e luglio.
L’indagine è coordinata dalla Procura di Padova e dalla Procura del Tribunale per i Minorenni di Venezia. L’operazione ha visto impegnati circa 60 carabinieri dei Comandi Provinciali di Padova e Venezia e unità cinofile.
In particolare, gli elementi investigativi acquisiti dai militari dell’Arma attraverso i riconoscimenti operati dalle persone offese, l’analisi di sistemi di videosorveglianza e l’esame di apparati di rilevazione targhe, hanno trovato riscontro nel provvedimento restrittivo adottato dal Gip, che ha contestato ai due arrestati 4 delitti di rapina aggravata, uno di estorsione aggravata e uno di porto illegale di armi, consumati ai danni di altrettante vittime, mentre, globalmente, le complessive 9 persone indagate risultano sottoposte alle indagini, a vario titolo, anche per altri 6 reati di rapina, nonché per altri delitti di lesioni personali aggravate, sequestro di persona, minacce, violenza privata, porto illegale di armi e oggetti atti ad offendere, indebito utilizzo di carte di pagamento e danneggiamento delle autovetture di alcune delle persone offese.
Le indagini hanno avuto inizio a seguito di un grave episodio avvenuto alle ore 01.15 dell’11 giugno scorso nella zona industriale di Padova, via Polonia, quando un pensionato veniva violentemente aggredito con pugni, calci e colpi sferrati con una mazza da baseball, da 4 malviventi travisati, che gli sottraevano anche un anello in oro, due telefoni cellulari e 150,00 euro in denaro contante. Evidentemente non paghi del danno causato alla vittima, che riportava lesioni personali su varie parti del corpo, i rapinatori, utilizzando un arnese acuminato, incidevano sulla carrozzeria della sua autovettura frasi di inequivocabile contenuto omofobo, prima che il malcapitato riuscisse ad allontanarsi e chiedere aiuto ad un passante.
A quel punto, riscontrato che quello in cui si era consumata l’inconsulta aggressione risultava notoriamente luogo di incontri tra persone omosessuali, dalle indagini effettuate, i Carabinieri del Comando Provinciale di Padova hanno poi accertato che, oltre alla rapina al pensionato, sono stati consumati nel periodo compreso tra il 5 giugno e il 31 luglio 2024, altri 9 episodi di analoga violenza, realizzati sempre in orari notturni e con modalità analoghe, nella stessa area della zona industriale, da parte di una banda composta di volta in volta da 4 o 5 giovani, travisati da passamontagna e maschere.
L’ormai consolidato modus operandi prevedeva che uno degli aggressori, a volto scoperto, avvicinasse con una scusa le vittime a piedi sulla pubblica via Polonia, consentendo ai complici, a seconda delle circostanze armati di pistola, taser, coltelli, bastoni e mazze da baseball, di immobilizzare le vittime, che venivano percosse ferocemente e private di somme di denaro, telefoni cellulari, effetti personali e carte bancomat, che in un paio di occasioni sono state poi utilizzate per realizzare prelievi presso vicini istituti di credito.
Le 10 rapine sono accomunate dall’aver gli autori adoperato una violenza anche ulteriore rispetto a quella necessaria per portare a compimento il reato in danno di vittime che, oltre alle lesioni personali, anche gravi, e al danno patrimoniale dato dal denaro e dagli oggetti sottratti, venivano fatte oggetto di scherno per il solo fatto di essere state sorprese in quello specifico luogo.
Peraltro, contemporaneamente all’attività d’indagine svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Piove di Sacco (PD), che ha poi condotto alla individuazione dei presunti rei, valutata appunto la pericolosità di quelle inconsulte aggressioni, il Comando Provinciale di Padova ha disposto quotidianamente servizi preventivi nella zona interessata, attraverso l’impiego di personale in uniforme a scopo preventivo e che, a partire dagli inizi del mese di agosto u.s., ha di fatto impedito il consumarsi di ulteriori analoghi episodi.