Giustizia, Costa (FI): norma ordinanze è colpo a marketing giudiziario

Il deputato azzurro: “Il divieto di pubblicazione dalla A alla Z è un passo verso la affermazione della presunzione di innocenza”.

Roma – L’approvazione definitiva del decreto legislativo sul “divieto di pubblicazione dalla A alla Z delle ordinanze cautelari è un passo verso la affermazione della presunzione di innocenza, molto declamata in via di principio, ma trascurata nella pratica. Siamo certi che ci sarà chi cercherà di aggirare la norma, e proprio per questo occorrerà, in un prossimo provvedimento, intervenire sull’apparato sanzionatorio”. Lo
scrive in una nota Enrico Costa, deputato di Forza Italia.

“Le ordinanze di custodia cautelare emesse durante le indagini – afferma – sono atti anche di centinaia di pagine dal contenuto delicatissimo; comprendono testi di intercettazioni telefoniche, verbali di sommarie informazioni, riferimenti espliciti a relazioni di polizia giudiziaria. La pubblicazione letterale è un modo per eludere la segretezza delle intercettazioni, ed è uno strumento del marketing giudiziario, con l’accusa che, anche contando sul fatto che le ordinanze di arresto sono pubblicabili ‘tra virgolette’, arricchisce le richieste con particolari ‘coloriti’ o con brani di intercettazioni ‘ad effetto’, che il Gip spesso riporta pedissequamente. Tutto questo – conclude Costa – in contesto in cui la voce della difesa non c’è, perché la difesa al limite interverrà quando saranno già su tutti i giornali”.

Niente nuove sanzioni ma sarà vietata la pubblicazione “delle ordinanze che applicano misure cautelari personali fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”. Lo prevede il decreto legislativo, approvato in Consiglio dei ministri, che era stato ribattezzato “legge bavaglio” dalle opposizioni e dalla Federazione nazionale della stampa. Il provvedimento, si legge, ha accolto le osservazioni delle commissioni parlamentari “solo in riferimento all’ampliamento del contenuto della norma, ma non all’introduzione di un nuovo apparato sanzionatorio”.

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