Al via alla Camera la discussione sulla riforma. L’obiettivo è arrivare a completare il percorso del ddl costituzionale entro luglio.
Roma – Al via questa mattina nell’Aula della Camera la discussione sulla riforma della separazione delle carriere, anche se il via libera ci sarà a gennaio. L’obiettivo dell’esecutivo è arrivare a completare il percorso del ddl costituzionale entro luglio dell’anno prossimo o al massimo a settembre, con il referendum che si potrebbe tenere, sottolineano nel governo, all’inizio del 2026. Nell’Aula della Camera il viceministro del dicastero di via Arenula Francesco Paolo Sisto ha respinto le accuse dell’opposizione: “La riforma – ha sottolineato – non tocca minimamente il tema dell’indipendenza e autonomia della magistratura né l’obbligatorietà dell’azione penale”.
Sisto si è detto d’accordo con il ministro della Giustizia Carlo Nordio che in più occasioni ha detto di non temere il referendum. “E’ la migliore soluzione – ha detto -. Tutto passerà attraverso il giudizio degli italiani”, una prospettiva che a suo dire “dovrebbe tranquillizzare tutti”. “Abbiamo lavorato ‘pancia a terra’ e raggiunto il primo obiettivo, ossia il via libera alla separazione delle carriere dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera, tema che è nel Dna, da sempre, di Forza Italia. In base alla Costituzione, la terzietà va garantita dall’ordinamento, l’imparzialità dai provvedimenti del giudice”. Così a Formiche il vice ministro Sisto aveva ribadito: “sia chiaro, nessuno intende mettere il Pm ‘sotto l’Esecutivo’. Chi lo sostiene dice una enorme bugia. Senza omettere di ribadire che, dopo i passaggi parlamentari, ci sarà un referendum che darà direttamente agli italiani il compito di decidere se queste norme potranno entrare o meno in Costituzione”.
I tempi? “Contiamo di arrivare all’approvazione della doppia lettura nei prossimi mesi per poi giungere a fine 2025, inizio 2026 al referendum”, aveva fatto notare Sisto. E sulla contrarietà dei magistrati ha osservato: “Assistiamo a una rappresentazione ‘mediatica’ del dissenso che ben può essere ingannevole, perché a parlare ‘contro’ sono sempre gli stessi. Ho la convinzione che invece ci sia una buona parte della magistratura che non vede di cattivo occhio la necessità di dare corpo a quello che è un input costituzionale”.
”Sulle riforme che riguardano la Giustizia quello che non è negoziabile è la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati e sul Csm. Quella legge è blindata e auspico che dopo l’approvazione si vada a un referendum, è una materia delicata ed è giusto che si esprimano gli italiani. Questo non è negoziabile, tutto il resto lo è. Sulle intercettazioni siamo apertissimi”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in questi mesi. ”La riforma sulla separazione delle carriere non si modifica”, ha specificato Nordio.
Nel centrodestra c’è il convincimento che i cittadini approveranno la riforma. “Quella di oggi è una giornata importante”, esulta Forza Italia. “E’ un grande traguardo avere in Aula la riforma”, ha detto il presidente dei forzisti al Senato Maurizio Gasparri. La riforma non ha nessun tipo di approccio demagogico e ideologico”, ha fatto notare il presidente della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, Nazario Pagano. I 5 stelle hanno presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità che “sarà esaminata e posta in votazione prima di passare all’esame degli articoli del provvedimento”, ha annunciato Sergio Costa (M5s). “Nordio farebbe meglio a concentrarsi sul proprio operato anziché attaccare chi è impegnato nella tutela della giustizia”, ha sottolineato il dem Federico Gianassi.