Obiettivo del documento firmato dal presidente del tribunale Fabio Roia è coniugare la presunzione di innocenza e una corretta informazione.
Milano – Un’intesa tra Tribunale, Procura, Ordine dei giornalisti della Lombardia, Ordine degli avvocati e Camera penale milanese, per garantire a chi si occupa di giustizia l’accesso a ordinanze di custodia cautelare che hanno un interesse pubblico o ad atti e sentenze che possano avere rilevanza per la
stampa. E’ l’obiettivo del documento – firmato dal presidente del tribunale Fabio Roia, dal procuratore Marcello Viola, dal presidente dell’Ordine degli avvocati Antonino La Lumia, la presidente della Camera penale meneghina Valentina Alberta e il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Milano Riccardo Sorrentino – che ha l’intento dichiarato e condiviso di “coniugare la presunzione di innocenza e una corretta e completa informazione”.
La parola più usata dai firmatari è “equilibrio” e l’auspicio del presidente del Tribunale di Milano Roia è che questo “progetto pilota possa essere usato in altre province”. Si tratta di un documento, per gli avvocati presenti al tavolo, “che rappresenta una sintesi per garantire che ci sia un equilibrio tra il dovere di informazione e la rappresentazione di un soggetto innocente. L’informazione deve essere equilibrata e restare all’interno del processo senza uscire dal perimetro delle garanzie”.
La strada ‘ufficiale’ per ottenere provvedimenti che non riguardano la fase dell’indagine è semplice: basterà essere un giornalista accreditato, compilare un modulo e ottenere il provvedimento che ha rilevanza, ossia riguarda un “crimine molto grave o ha caratteristiche tali da incidere nella quotidianità di una comunità”, la persona interessata ha “un ruolo sociale o una funzione”, il reato di cui una persona è accusata “è contraria alla sua immagine pubblica”, sono alcuni dei criteri indicati dal decalogo. E ancora: “è stato effettuato un arresto in flagranza; è stato emesso un mandato d’arresto o un fermo su iniziativa della polizia giudiziaria; in tutti gli altri casi in cui l’attenzione del pubblico abbia inequivocabilmente mostrato una solida rilevanza sociale e civile per il procedimento”.