Una volta dato il via libera alla norma transitoria, il dl è ritornato in Aula dove il governo ha posto la fiducia. Il via libera domani.
Roma – Via libera dalla commissione Affari Costituzionali all’emendamento che in sostanza prevede per le
Corti d’Appello 30 giorni di tempo in più per adeguarsi alle nuove competenze, previste nel dl flussi, sulla “convalida” del “trattenimento” del migrante che richiede la “protezione internazionale”. Per dare il via libera a questo emendamento la norma, all’attenzione dell’Aula, era tornata in commissione. Passa dunque l’emendamento della relatrice Sara Kelany (FdI) che interviene sulla “disciplina transitoria” contenuta nell’articolo 19 del dl Flussi. La proposta di modifica, che ha recepito in sostanza il testo presentato in aula dal capogruppo di FdI in I Alessandro Urzì, elimina dalla norma le parole “ai ricorsi presentati ai sensi degli articoli 3, comma 3-bis, e 35 del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25”.
L’articolo 19, così come modificato dalla commissione, prevede quindi che il trasferimento delle competenze alle Corti d’Appello in materia di convalida dei trattenimenti per migranti si applicherà a “trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione” del dl. In commissione Affari Costituzionale della Camera si sono registrati momenti di tensione: a sorpresa, è stato rinviato il dl flussi, approdato in Aula poche ore prima. Il presidente, Nazario Pagano (FI), aveva chiesto il ritorno del provvedimento in commissione per dare il via libera all’emendamento su una norma transitoria che in sostanza dà 30 giorni di tempo in più alle Corti per adeguarsi alle nuove competenze sulla convalida dei trattenimenti dei migranti. E per tutta risposta le opposizioni hanno abbandonato i lavori: una protesta formale contro “l’ennesimo pasticcio della maggioranza”.
Una volta dato il via libera alla norma transitoria, il dl è ritornato in Aula dove il governo ha posto la fiducia.
Nel provvedimento, su cui il governo ha messo la fiducia e che si appresta a ricevere il via libera domani, è confluito anche l’elenco dei Paesi sicuri di origine degli richiedenti asilo, sotto forma di emendamento governativo. Tra questi ci sono anche il Bangladesh, l’Egitto e il Marocco. La misura arriva nell’emiciclo di Montecitorio con diversi emendamenti, di peso, approvati in commissione. In particolare due che portano
la firma della relatrice. Il primo prevede che i contratti pubblici per la cessione di mezzi e materiali a paesi terzi, fatti per rafforzare il controllo delle frontiere e dei flussi migratori, e per le attività di ricerca e soccorso in mare siano secretati.
Il secondo, ribattezzato ’emendamento Musk’ dalle opposizioni, stabilisce o che per i “procedimenti” di “convalida” del “trattenimento” o di “proroga del trattenimento” del migrante che richiede la “protezione internazionale” sia competente la Corte d’Appello in composizione monocratica. Che ora avrà un mese di tempo in più per organizzarsi. Via libera anche ad una stretta sui ricongiungimenti, contenuta in due emendamenti della Lega: “I richiedenti dovranno risiedere nel nostro Paese non più solo per un anno, ma almeno per 2 anni consecutivi”, hanno spiegato i leghisti. A difendere la ratio del decreto, in Aula, è intervenuta la sottosegretaria all’Interno, Wanda Ferro, secondo cui “l’individuazione dei Paesi sicuri è frutto di un procedimento complesso” che “tiene conto di informazioni” e “valutazioni” che “richiedono competenze specialistiche che il singolo magistrato non può avere”. I costi dei trasferimenti in Albania? “Quasi irrilevanti”.