Del 42enne allevatore di San Luca (Reggio Calabria) non si hanno più notizie da una settimana. I carabinieri hanno ritrovato il suo fuoristrada, distrutto dalle fiamme. All’interno ci sono dei resti che potrebbero essere umani.
Reggio Calabria – E’ un silenzio sospeso e inquietante quello che avvolge da ormai una settimana la scomparsa di Antonio Strangio, 42enne allevatore di San Luca, nella Locride (Reggio Calabria), sposato e padre di 4 bambini. Un silenzio al quale fa da specchio il riserbo assoluto delle forze dell’ordine impegnate nelle ricerche dell’uomo. Un vuoto di notizie che alimenta terribili sospetti, rotto soltanto da alcuni manifesti apparsi a San Luca, paese di Strangio: “Le famiglie Strangio e Scalia ringraziano a tutta la popolazione ma dispensano dalle visite”. Una frase emblematica che fotografa la drammaticità del momento e la trepida attesa dei familiari coinvolti.
Gli Strangio, però, non sono una famiglia come le altre. Il padre di Antonio, Giuseppe Strangio, è stato tra i protagonisti dei rapimenti “eccellenti” sull’Aspromonte a cavallo degli anni Settante e Ottanta, da Giovanni Piazzalunga a Carlo De Feo fino al più noto Cesare Casella. Già condannato a 14 anni di carcere per omicidio nel 1974, Giuseppe è una figura chiave della ‘ndrangheta locale e non solo. Per questo la scomparsa del figlio potrebbe aprire scenari inquietanti, compreso il rischio di cadere in una sanguinosa guerra di ‘ndrangheta.
I presupposti ci sono tutti e le ultime risultanze investigative non fanno presagire nulla di buono. Nel pomeriggio di lunedì scorso, dopo l’allarme lanciato da alcuni familiari dell’allevatore, i carabinieri avevano trovato l’auto dell’uomo, completamente distrutta da un incendio.
All’interno della vettura, un fuoristrada, c’erano alcuni resti, completamente carbonizzati. Inizialmente si era pensato si trattasse della carcassa di un animale, ma adesso sembra invece più plausibile che possano essere umani. A sciogliere i dubbi saranno gli esami del Dna disposti dopo il sequestro del veicolo. Agli investigatori i familiari e i parenti di Strangio hanno riferito di non saper dare una chiave di lettura all’improvvisa scomparsa dell’uomo. Fino alla consegna degli esami genetici nessuna pista può essere esclusa, nemmeno quella di un efferato delitto di mafia.