Nel 2019 Paola Galeone, durante un colloquio in Prefettura, avrebbe chiesto all’imprenditrice Cinzia Falcone di emettere una falsa fattura per 1200 euro.
Cosenza – L’ex prefetto di Cosenza, Paola Galeone, è stata condannata in primo grado a tre anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per il reato di istigazione alla corruzione. È stata invece assolta dall’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio.
La condanna, più lieve rispetto alla richiesta iniziale di sei anni, è stata ridotta grazie al riconoscimento di attenuanti generiche, al fatto che l’imputata fosse incensurata e alla condotta corretta durante il processo.
La vicenda risale a dicembre 2019, quando Galeone avrebbe chiesto all’imprenditrice Cinzia Falcone, presidente dell’associazione Animed, di emettere una fattura falsa per 1.200 euro. L’importo sarebbe stato destinato a garantirle l’accesso a una parte del fondo di rappresentanza della Prefettura. La richiesta, secondo quanto denunciato dalla Falcone, fu avanzata durante un colloquio negli uffici della Prefettura, successivamente seguito da un incontro in un bar di Rende, avvenuto dopo Natale.
L’imprenditrice, che aveva già denunciato il caso alle autorità, si recò all’appuntamento munita di un dispositivo di registrazione nascosto. Dopo l’incontro, la polizia fermò Galeone e trovò le banconote incriminate nella sua borsa. Per questi fatti, Galeone era stata sospesa dal servizio e sottoposta agli arresti domiciliari per un periodo. Durante il processo, si è difesa affermando che fosse stata la Falcone a inserirle il denaro nella borsa senza il suo consenso.