Regionali: doppia sconfitta per centrodestra. Bandecchi “Con me candidato vincevamo”

Nella maggioranza ora si riapre la questione delle prossime elezioni in Veneto dove si vota nel 2025 insieme a Puglia, Campania e Toscana.

Perugia – Il giorno dopo la vittoria del centrosinistra alle regionali in due regioni su due, nel centrodestra non si respira di certo un clima disteso. Nella maggioranza si mastica amaro per la sconfitta in Umbria (l’Emilia Romagna non è mai stata contendibile). Negli ultimi mesi i sondaggi sembravano confortanti, tanto che – a differenza che nel comizio per Elena Ugolini – Giorgia Meloni è andata fisicamente alla chiusura della campagna elettorale di Donatella Tesei. Non si verifica nemmeno ‘l’effetto Bandecchi’: l’accordo chiuso con il sindaco di Terni non è infatti bastato a colmare il distacco e a impedire la vittoria della sindaca di Assisi, Stefania Proietti.

Stefano Bandecchi però non ha dubbi: “Con me candidato presidente avremmo vinto contro Stefania Proietti, senza ombra di dubbio. Parliamo di un leader contro acqua fresca…“, dice all’Adnkronos il sindaco di Terni e leader di Alternativa Popolare. Con Bandecchi candidato al posto della leghista Donatella Tesei,
“avremmo vinto noi. Non c’è proprio paragone. Avremmo battuto senza dubbio la Proietti. Con tutto il bene che le voglio, il centrosinistra è una accozzaglia. I ladri di case di Avs, come la Salis, si troveranno ad avere un posto in Regione, purtroppo…” prosegue l’imprenditore. E poi con l’Ansa commenta: “Proietti dice che la sua è la vittoria di chi non si è fatto sopraffare da chi sputa in faccia ai cittadini? Io le porto rispetto a livello istituzionale, ma deve girare alla larga da me. Le ricordo che il suo ruolo istituzionale la obbliga a chiamarmi sindaco”.

Il sindaco di Terni Stefano Bandecchi

Donatella Tesei, governatrice uscente dell’Umbria, ha sul volto la delusione della sconfitta elettorale. “La coscienza assolutamente tranquilla”, il “lavoro tanto, tantissimo”, e durante la campagna elettorale “di cose non corrette ce n’è stata più di una”. “Se fossi stata un’opportunista – dice con amarezza a Umbria tv –
piuttosto che risolvere tanti dossier… ma sarebbe stata una tragedia per tante questioni spinose”. C’è chi ha parlato di un problema di comunicazione e la stessa Tesei ha detto che ha vinto “un’altra narrazione”. Certo “se c’è stato un problema di comunicazione non lo so, ma con questo sistema di sinistra non sono stati sufficienti cinque anni... Forse – riflette – non avessi avuto la pandemia, l’inflazione e la guerra può darsi avremmo dato agli umbri maggiore contezza del lavoro svolto”. Bandecchi e l’alleanza del centrodestra con Alternativa popolare? “Bandecchi ha fatto la sua parte, non credo possa aver determinato lui” questa situazione ma “faremo ulteriori valutazioni”.

L’esito di quest’ultima tornata, però, nel centrodestra riapre anche una questione mai sopita: ovvero quella delle prossime elezioni in Veneto dove si vota nel 2025 (insieme a Puglia, Campania e Toscana). Vale la pena fare un passo indietro. La decisione di ricandidare Donatella Tesei risale addirittura a febbraio di quest’anno. Dopo la sconfitta in Sardegna – dove Meloni aveva imposto il ‘suo’ Paolo Truzzo al posto dell’uscente Solinas sponsorizzato dal Carroccio – la maggioranza stabilì che per la tornata regionale di quest’anno avrebbero corso tutti i governatori in carica. Appunto, oltre a Cirio e Bardi di Forza Italia in Piemonte e Basilicata, anche la governatrice in carica dell’Umbria in quota Lega. Si arrivò a quell’accordo non senza qualche frizione e dietro l’insistenza di Matteo Salvini, nonostante i dubbi degli alleati. Ed ecco che si torna al Veneto. Il ministro dei Trasporti pretende che il candidato sia ancora di sua diretta espressione, ma Fratelli d’Italia da tempo ci ha messo gli occhi sopra.

Luca Zaia, si apre la questione delle regionali in Veneto

Un pò perché i meloniani lì sono stati primo partito alle Politiche, un pò perché guidano solo una delle grandi regioni, ossia il Lazio. “E la Lega ora viaggia intorno all’8%”, ricordano. Argomentazione che dal Carroccio respingono: “In Veneto se Zaia potesse ricandidarsi non ci sarebbe discussione, il successore tocca a noi”. Ma certo la sconfitta in Umbria brucia, in via Bellerio. Tanto che Salvini è l’ultimo a commentare il voto. Giorgia Meloni si è congratulata con i vincitori e ha auspicato collaborazione istituzionale; Antonio Tajani ha rivendicato come Forza Italia abbia “raddoppiato in consensi”. Il leader della Lega si limita a sottolineare che “gli elettori hanno sempre ragione”, garantendo la collaborazione da ministro delle Infrastrutture con i nuovi amministratori.

Insomma, doppia sconfitta per il centrodestra in Emilia Romagna e Umbria. La prima Regione resta saldamente nelle mani del centrosinistra, grazie alla vittoria del sindaco di Ravenna Michele De Pascale su Elena Ugolini; la seconda ritorna ‘rossa’ dopo la parentesi degli ultimi cinque anni targati Donatella Tesei, la candidata della Lega e del centrodestra che non è riuscita a bissare il successo del 2019. Se, da una parte, sull’Emilia Romagna nessuno riponeva speranze di successo, discorso diverso lo merita l’Umbria, dove la sconfitta brucia di più. Mentre Fi e Lega tengono botta rispetto alle europee, sono i voti di Fratelli d’Italia quelli che mancano all’appello: a giugno il partito di Meloni aveva ottenuto il 32,62% in Umbria al voto di giugno, questa volta non arriva al 20%.

I neo governatori Michele De Pascale e Stefania Proietti

Certamente è il Pd il vero vincitore della competizione: quasi doppiato Fratelli d’Italia in Emilia Romagna (42,94% contro 23,74%) ma molto avanti anche in Umbria (oltre il 30% dei dem contro il 19,44% di FdI). Le percentuali “bulgare” di De Pascale confermano la bontà della scelta di tenere unita la coalizione, dai Cinque stelle a Renzi. La sintesi del voto conferma indiscutibilmente che il Pd è la vera forza del centrosinistra. Nel fronte dei Cinque stelle si pensa più alla Costituente. Il leader Giuseppe Conte parla di “vittoria strepitosa” di Stefania Proietti e sottolinea come la destra “si possa battere con interpreti seri, responsabili, convincenti e con un progetto credibile e concreto”.

Laconico il messaggio di Matteo Renzi: “Il centrosinistra unito vince. Il centrosinistra diviso perde. Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi”. Intanto Michele de Pascale si rimbocca le maniche e lancia segnali di collaborazione alla premier chiedendogli un incontro in tempi rapidi: “c’è stato un anno mezzo di polemiche politiche, di scontri, di attacchi, a volte anche di notizie false, ora – ha sottolineato – serve uno scatto repubblicano, serve che il presidente della Regione Emilia-Romagna e la presidente del Consiglio stringano un patto repubblicano, questa terra ne ha bisogno”.

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