E’ una dei 6 magistrati che si è occupata dei trattenimenti in Albania: a sua tutela è stata disposta una vigilanza sia a lavoro che a casa.
Roma – Minacce aggravate. Per questa ipotesi di reato i pm di Perugia procedono nel fascicolo avviato, dopo la trasmissione degli atti dalla procura della Capitale, in relazione ai messaggi di minacce recapitati sulla mail della giudice Silvia Albano, uno dei sei magistrati della Sezione specializzata sui Diritti della Persona e Immigrazione del Tribunale di Roma che si sono espressi lo scorso ottobre sui provvedimenti di trattenimento in Albania.
Albano aveva presentato una denuncia in procura a Roma nelle scorse settimane e gli atti erano stati inviati per competenza ai magistrati di Perugia che ora hanno delegato gli accertamenti. Tra i messaggi recapitati anche sulla mail e i social di Magistratura democratica, di cui il giudice è presidente dal novembre 2023, alcuni come ”Magistrato militante e corrotto spero che qualcuno ti spari molto presto, sarà un giorno di gioia e festa” e ”la toga rossa Albano fa politica e non fa trattenere i clandestini in Albania”.
I primi di novembre era stata disposta una vigilanza nei confronti della giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma, dopo la denuncia di minacce di morte in seguito ai provvedimenti del 18 ottobre scorso che non hanno convalidato il trattenimento. Le verifiche riguardano il luogo di lavoro e l’abitazione del magistrato. Proprio oggi la sezione Immigrazione del tribunale monocratico di Roma si riunisce per pronunciarsi sulle ordinanze di trattenimento dei 7 migranti nel centro italiano in Albania di permanenza per il rimpatrio.
“Non ho nessuna intenzione di andare allo scontro con il governo, è il governo che vuole fare uno scontro con me e io voglio sottrarmi”, ha detto la presidente di Md Albano, a margine del convegno sui 60 anni della corrente progressista all’interno dell’Anm, a Roma. “C’è stata una personalizzazione insopportabile. Ci sono dei giudici che cercano di fare il loro lavoro e c’è stato un pronunciamento unanime di tutte le comunità dei giuristi, dall’Unione delle camere penali alle associazioni dei professori di diritto dell’Unione europea: tutti hanno sostenuto – ha aggiunto – che sulla supremazia del diritto europeo non ci si può fare nulla”.
Tutta l’Anm ora teme “che possa reinnescarsi una polemica che non giova a nessuno”, tanto da confidare “che ciò che è stato scritto nei provvedimenti già emersi possa essere letto, compreso. Si può dissentire o meno, la parola la diranno la Corte di Cassazione (il 4 dicembre si esprimerà sulla mancate convalide di trattenimento del 18 ottobre, ndr) e quella di Giustizia ma non c’è nessuna volontà di politicizzazione”, ribadisce il leader del sindacato Giuseppe Santalucia.