Secondo gli ultimi dati Istat sono 96.197 i senza tetto iscritti in anagrafe. La maggioranza è composta da uomini e il 38% è straniero.
Roma – Nell’Aula del Senato si approva all’unanimità con 130 sì il disegno di legge, a prima firma Marco Furfaro (PD), che punta a garantire l’assistenza sanitaria ai senza fissa dimora. Il provvedimento, già approvato alla Camera, è definitivo. Il provvedimento è volto a colmare “un vuoto di tutela”, ritenuto in contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e con i princìpi ispiratori della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, in base ai quali l’assistenza sanitaria andrebbe garantita a tutti coloro che risiedono o dimorano “nel territorio della Repubblica, senza distinzione di condizioni individuali o sociali”.
I senza dimora, infatti, attualmente sono nell’impossibilità di essere iscritti al Servizio sanitario nazionale e di scegliersi un medico di medicina generale. Il testo prevede l’avvio di una sperimentazione, con l’assegnazione di un medico di famiglia, per due anni 2025 e 2026 per quanto riguarda le 14 città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) con uno stanziamento complessivo di 2 milioni di euro. Attualmente, chi non è iscritto all’anagrafe comunale perde il diritto all’assistenza sanitaria, tranne per le emergenze al pronto soccorso.
La nuova legge è in linea con i principi degli articoli 3 (uguaglianza) e 32 (diritto alla salute) della Costituzione, e con la legge che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale nel 1978, secondo cui l’assistenza sanitaria deve essere garantita a tutti, senza distinzione di condizioni individuali o sociali. Il 15 dicembre 2022 l’ISTAT ha pubblicato i dati del Censimento permanente della popolazione al 31 dicembre 2021. Per la prima volta la rilevazione ha reso disponibili dati su alcuni gruppi specifici di popolazione, tra cui le persone che vivono nelle convivenze anagrafiche, quelle che risiedono in campi autorizzati o insediamenti tollerati e spontanei, e le persone “senza tetto” e “senza fissa dimora“.
Secondo i dati dell’ISTAT sono 96.197 le persone senza tetto e senza fissa dimora iscritte in anagrafe. La maggioranza è composta da uomini e il 38% è rappresentato da cittadini stranieri, provenienti in oltre la metà dei casi dal continente africano. Le persone senza tetto e senza fissa dimora censite sono residenti in 2.198 comuni italiani, ma si concentrano per il 50% in 6 comuni: Roma con il 23% delle iscrizioni anagrafiche, Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%).
Tra il 2022 e il 2023 a morire di stenti sono stati più di 700 senzatetto. Un elenco che nel solo mese di gennaio si è ampliato con altre 30 vittime. Un dramma che si consuma nella generale indifferenza. Lo ha denunciato di recente Meritocrazia Italia in una nota. “Uno stato emergenziale costante per il quale mancano previsioni di interventi”, proseguono. “Tra le principali cause di morte sono malesseri fisici improvvisi e/o aggravamento di situazioni già compromesse. Molto incidono anche le temperature, rigide o torride. Ma si muore anche per eventi traumatici e accidentali, per atti di aggressione, annegamenti, cadute, incendi e suicidi. Senzatetto, senza dimora, barbone, clochard in francese o homeless in inglese”.
Secondo Meritocrazia Italia, “i dati diffusi dall’Istat a dicembre 2022 riferivano di circa 100mila tra senzatetto e senza fissa dimora presenti sul territorio nazionale, dati potenzialmente incompleti per la difficoltà di censire persone che potrebbero non essere iscritte nelle anagrafiche dei comuni italiani, sia perché nati in altro Stato sia perché non aventi neanche residenza fittizia. Il censimento ha comunque rivisto in modo significativo i dati in quanto le stime che risalivano al 2014 indicavano a circa 50mila le persone in condizioni di precarietà abitativa. Praticamente la metà rispetto ai rilevamenti del 2022″.