Dossieraggi: si riunisce Agenzia per la cybersicurezza, Antimafia non se ne occupa

Vertice Acn per discutere iniziative per la sicurezza. Colosimo: “Commissione non ha competenza sulla materia”, interlocuzione con Copasir.

Roma – Gli sviluppi dell‘inchiesta sui dossieraggi si susseguono uno dopo l’altro. Il primo, la commissione parlamentare Antimafia non si occuperà del presunto furto dalle banche dati ma al momento è in corso solo un’interlocuzione informale con il Copasir. È quanto fanno sapere alcuni componenti della stessa commissione. Durante l’ufficio di presidenza che si è svolto oggi, alcuni dei membri – a quanto si apprende – avevano avanzato la richiesta di acquisizione degli atti. Il presidente Chiara Colosimo avrebbe però evidenziato che l’Antimafia non ha la competenza a trattare la materia: la legge istitutiva della commissione indica la “verifica dell’adeguatezza e della congruità della normativa vigente e della sua attuazione in materia di sistemi informativi e banche di dati in uso agli uffici giudiziari e alle forze di polizia ai fini della prevenzione e del contrasto della criminalità organizzata di tipo mafioso”.

Altro sviluppo, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) ha convocato oggi il Nucleo per la cybersicurezza, Ncs, nella configurazione definita recentemente dalla legge 90/2024 che ha previsto la partecipazione a tale organismo anche della Banca d’Italia e della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, al fine di discutere rilevanti iniziative per la sicurezza informatica del Paese. E’ quanto si legge in una nota. Nel corso dell’incontro, si spiega, è stata avviata un’intensa riflessione sugli strumenti di prevenzione e contrasto al ransomware, la principale minaccia con cui si sta misurando la sicurezza informatica in Italia e nel resto del mondo, nonché per approfondire il tema degli accessi abusivi alle banche dati digitali e affrontare efficacemente il fenomeno.

Chiara Colosimo

La riunione del Nucleo, presieduta dal prefetto Bruno Frattasi, è stata una proficua occasione di scambio di esperienze e informazioni con l’obiettivo di affrontare, in chiave sistemica, temi di particolare delicatezza, che presentano molteplici profili d’interesse legati alla resilienza cibernetica, alla cyber-intelligence, all’attività investigativa e a quella economico-finanziaria, ma che non mancano di avere rilevanti aspetti anche di carattere internazionale. Alla riunione – prosegue la nota – hanno partecipato, oltre al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e ai dirigenti apicali di Banca d’Italia, i rappresentanti di vertice degli organismi di informazione, del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, e dei ministeri di
Interno, Giustizia, Difesa, Economia e Finanze, Imprese e made in Italy.

“Sgombriamo subito il tavolo dalla questione che domina le scene. Per quello che noi abbiamo visto non c’è molto di tecnologico e c’è molto di umano nelle violazioni”, ha detto l’ammiraglio Andrea Billet, direttore servizio Certificazione e Vigilanza dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, partecipando alla presentazione del report Assintel. E ha aggiunto che “le stesse persone che un pò di anni fa fotocopiavano articoli e creavano dossier su carta con le stesse identiche metodologie hanno fatto un’attività di raccolta informatica abusiva, corrompendo persone o usando un meccanismo di supply chain. Io posso avere un sistema informatico sicuro sotto ogni profilo, ma se chi me lo fornisce si è tenuto una chiave la sicurezza va a pallino, così come se chi detiene chiavi di accesso legittime si vende, cessa lo scopo. Questo è quello che abbiamo osservato”.

Ma nel frattempo – ultimo sviluppo – Italia Viva ha depositato la proposta di istituire una commissione di inchiesta in Senato sul dossieraggio avvenuto ai danni di esponenti politici e cariche dello Stato. Lo riferisce il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva e primo firmatario. “La gravità derivante dal dossieraggio nei confronti di esponenti politici e della alte cariche dello Stato rappresenta un forte segnale d’allarme per la tenuta e la sicurezza democratica del nostro Paese: pertanto – afferma ancora- appare necessario e urgente che il Senato istituisca una commissione monocamerale d’inchiesta al fine di compiere azioni di monitoraggio, indagini e analisi sul fenomeno del dossieraggio, affinché vengano messe in luce, in modo chiaro ed esaustivo, le mancanze informatiche che hanno consentito di accedere nei sistemi informatici dello Stato”.

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