Il testo risponde al bisogno di manodopera in settori chiave come l’agricoltura e limita l’immigrazione irregolare e il lavoro nero.
Roma – Il Decreto Flussi approvato nei giorni scorsi dalla Camera è una misura adottata annualmente dal governo italiano per organizzare l’ingresso dei lavoratori stranieri non appartenenti all’Unione Europea. Si tratta di una sorta di regolamento che stabilisce quante persone possono entrare legalmente nel nostro Paese per lavorare, sia in modo stagionale che stabile, in base alle esigenze del mercato del lavoro. Questo decreto ha diversi scopi. Da una parte, risponde al bisogno di manodopera in settori fondamentali per l’economia italiana, come l’agricoltura, il turismo e l’assistenza familiare. Dall’altro, regola i flussi migratori legali, cercando di limitare l’immigrazione irregolare e contrastare fenomeni come il lavoro nero e lo sfruttamento.
In sintesi, serve a creare un equilibrio tra le necessità delle aziende italiane e la capacità del sistema di accogliere i lavoratori stranieri. Il Decreto Flussi 2025, previsto dal Decreto Legge 145/2024, introduce alcune importanti novità. La prima riguarda la digitalizzazione delle procedure: d’ora in poi, tutto dovrà essere fatto online, dalla richiesta del nulla osta per l’ingresso dei lavoratori stranieri fino alla firma dell’accordo di integrazione, che sarà completamente digitale. Questo renderà il processo più rapido e meno complicato per le aziende e le istituzioni. Nei mesi scorsi era stata diramata la circolare congiunta dei ministeri dell’Interno, del Lavoro e delle politiche sociali, dell’Agricoltura e del Turismo con le indicazioni operative per l’attuazione del decreto del presidente del Consiglio 27 settembre 2023, concernente la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari stagionali e non nel territorio dello Stato per il triennio 2023-2025, e del decreto legge 11 ottobre 2024 numero 145.
Un altro cambiamento significativo riguarda i controlli. Saranno più stringenti per garantire che i datori di lavoro rispettino le regole. Ad esempio, chi ha precedenti penali per sfruttamento del lavoro o ha disatteso obblighi in passato non potrà più richiedere permessi per assumere stranieri. Inoltre, sarà obbligatorio verificare prima se ci sono già lavoratori disponibili sul territorio italiano per il tipo di mansione richiesta. Infine, è stato posto un forte accento sulla sicurezza. Per entrare in Italia, i lavoratori stranieri dovranno fornire i loro dati biometrici e dimostrare di avere un alloggio adeguato. Questo serve a evitare situazioni di degrado o sfruttamento e a garantire un’integrazione più ordinata.
Il datore di lavoro italiano, che abbia bisogno di manodopera dall’estero, deve prima verificare se ci sono lavoratori già presenti in Italia disponibili per quel lavoro. Se non ce ne sono, può richiedere un nulla osta tramite un portale online. Una volta ottenuto il nulla osta, il lavoratore può richiedere un visto presso il consolato italiano nel proprio Paese. Quando arriva in Italia, deve fare richiesta del permesso di soggiorno entro 8 giorni. Per il 2025 sono previsti 70.720 ingressi per lavoro subordinato non stagionale, 730 ingressi per lavoro autonomo e 110.000 ingressi per lavoro subordinato stagionale. Tutte le novità del decreto flussi sono state poi approvate il 26 novembre.
La precompilazione è stata possibile fino al 30 novembre 2024, per i click day rispettivamente del 5, 7 e 12 febbraio 2025; dal 1 al 31 luglio 2025, limitatamente alle domande relative al click day del 1 ottobre 2025, dedicato al lavoro stagionale nel settore turistico-alberghiero. E’ disponibile l’applicativo per la precompilazione dei moduli di domanda all’indirizzo https://portaleservizi.dlci.interno.it/. Il sistema sarà disponibile con orario 08:00 – 20:00 tutti i giorni della settimana, sabato e domenica compresi. A partire dalle 9 del 7 febbraio 2025, in via sperimentale e solo per l’anno 2025, al di fuori delle quote sarà inoltre possibile presentare domande per lavoro subordinato, entro un numero massimo di 10.000 istanze, relative a lavoratori da impiegare nel settore dell’assistenza familiare o sociosanitaria a favore di persone con disabilità o a favore di grandi anziani. Per l’inoltro telematico delle istanze sul sito del portale dei servizi è necessario il possesso di un’identità Spid o della Carta di identità elettronica.
Le istanze potranno essere trasmesse, in via definitiva, esclusivamente con le consuete modalità telematiche, a decorrere da: per gli ingressi di lavoratori subordinati non stagionali dalle ore 9 del giorno 5 febbraio 2025; per gli ingressi di lavoratori subordinati non stagionali (anche del settore dell’assistenza familiare e socio assistenziale) dalle ore 9 del giorno 7 febbraio 2025; per il settore agricolo dalle ore 9 del giorno 12 febbraio 2025; per il settore turistico-alberghiero dalle ore 9 del giorno 12 febbraio 2025, in misura pari al 70% delle quote complessive stagionali e, per il restante 30% delle quote complessive stagionali dalle ore 9 del giorno 1° ottobre 2025.
Il governo sta tentando si stringere le maglie dell’illegalità nel lavoro sommerso. Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, subito dopo l’approvazione del decreto legge sui flussi dei migranti e l’ingresso dei
lavoratori stranieri, spiega l’azione dell’esecutivo nella lotta allo sfruttamento. “Sui lavoratori stranieri vittime di caporalato, c’è un intervento in collegamento con tutto quello che è stato già fatto contro questi reati. Ora interveniamo su un reato che è contro la persona, – sottolinea – individuando un sistema di protezione aggiuntivo per chi denuncia casi di sfruttamento o collabora attivamente nelle attività di accertamento: introduciamo uno speciale permesso di soggiorno della durata iniziale di 6 mesi, rinnovabile per un ulteriore anno e prorogabile ulteriormente”.
“Le migrazioni ben gestite contribuiscono e continueranno a contribuire alla crescita economica”: questo uno dei messaggi lanciati dal direttore per l’Occupazione, il Lavoro e gli Affari sociali dell’Ocse, Stefano Scarpetta, nell’introduzione del rapporto ‘Prospettive Ocse sulle migrazioni’ presentato nei giorni scorsi a Parigi. “Nel 2023 le migrazioni verso i Paesi Ocse hanno raggiunto livelli record per il secondo anno consecutivo. Non solo 6,5 milioni di migranti permanenti sono giunti l’anno scorso, ma il numero di migranti temporanei e richiedenti asilo è cresciuto fortemente”.
“Questi flussi notevoli hanno suscitato una preoccupazione generalizzata quanto all’impatto dei migranti sulle economie e le società dei Paesi di accoglienza, piazzando la gestione migratoria e il controllo delle frontiere in cima alle agende politiche e al centro degli interessi degli elettori nelle elezioni del 2024. Riflettendo sulle tendenze strutturali piuttosto che sui sussulti temporanei, questi flussi migratori crescenti suscitano legittime inquietudini, ma lasciano anche intravedere importanti opportunità”, sottolinea Scarpetta, aggiungendo che “l’esperienza dei Paesi Ocse dimostra che questi flussi elevati possono essere ben gestiti da politiche appropriate“.