La mail anti-Meloni divide le toghe: Mi “Indipendenza passa da rispetto istituzioni”

Magistratura Indipendente all’opposto di Md: “Premier non è mai un nemico”. Lega e Gasparri apprezzano: “Saggi e responsabili”.

Roma – Anche nella magistratura si registra una spaccatura sulla ormai nota mail con cui il sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello tirava in ballo le toghe politicizzate preoccupate di contrastare l’azione di Giorgia Meloni e del suo governo. Mentre Magistratura Democratica pubblica integralmente il contenuto di quella mail parlando di reazioni esorbitanti delle più alte istituzioni politiche e organi d’informazione, Magistratura Indipendente assume una posizione opposta. “Le recenti affermazioni di un collega, che hanno avuto ampia risonanza mediatica, ci impongono una riflessione che, senza alcun intento polemico, è essenziale per la vera salvaguardia dei principi di autonomia e indipendenza della magistratura”, dicono i togati di Mi.

Nella nota Magistratura indipendente sottolinea che il presidente del Consiglio dei Ministri, di qualsiasi partito politico, non è mai un avversario da fermare o da combattere, ma un interlocutore istituzionale da rispettare. Sempre – scrivono nel testo la presidente, Loredana Miccichè, e il segretario generale Claudio Galoppi -. Deflettere da questo principio significa indebolire la funzione giudiziaria compromettendone il ruolo e la funzione costituzionale. Essere e apparire indipendenti è la prima condizione per la credibilità della magistratura che mai deve essere coinvolta nelle contingenti vicende e contrapposizioni politiche. Di questa sensibilità, condivisa da moltissimi colleghi, vogliamo essere chiari e coraggiosi interpreti, difendendo sempre l’indipendenza della giurisdizione”. 

Una posizione che la Lega giudica saggia. “Ottime e sagge le parole di Magistratura Indipendente. Anche per noi il dialogo dei magistrati con le istituzioni, anziché individuarle e combatterle come nemiche, è fondamentale. Un principio a noi molto caro, – dicono i deputati in commissione Giustizia Ingrid Bisa (capogruppo), Davide Bellomo, Simonetta Matone, Jacopo Morrone (segretario) e Valeria Sudano – ancora più importante in questi giorni. Siamo fieri di sapere che, contro la tendenza di una parte minoritaria orientata esclusivamente a sinistra, ci sia chi non si rispecchia in questa visione e, anzi, se ne tiene ben distante marcando una diversa sensibilità ‘per la vera salvaguardia dei principi di autonomia e indipendenza della magistratura'”.

Il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri, fa notare che oggi “dalla magistratura abbiamo due tipi di reazioni. Una saggia e responsabile della componente Magistratura Indipendente, che parla del necessario rispetto delle toghe nei confronti del governo. Parole che abbiamo apprezzato. Di contro, invece, il Procuratore generale di Napoli, Policastro, si abbandona a ulteriori polemiche, difendendo l’indifendibile, peraltro alla presenza del Procuratore nazionale Antimafia, Melillo. Un episodio sconcertante che non ci lascia sereni per la gestione della giustizia nel nostro Paese”. Il neo procuratore generale di Napoli Aldo Policastro è intervenuto a margine della cerimonia del suo insediamento: “A mio parere ci sono attacchi, li leggiamo, polemiche a mio parere ingiustificate: i magistrati applicano le norme, chi non è d’accordo può impugnare la decisione, può anche criticare il provvedimento”.

“Da quando sono entrato in magistratura – ha detto ancora Policastro – sono sempre stato convinto che i provvedimenti dei giudici possono essere criticati, discussi ma la continenza, l’attenzione e i limiti vanno rispettati. Il potere giudiziario che è un servizio, ma anche un potere, va distinto dall’Esecutivo e dal Legislativo e ha una sua autonomia a cui non vogliamo rinunciare”. Il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa, capogruppo in commissione Antimafia a Palazzo Madama e responsabile dipartimento Antimafia del partito, giudica “doveroso e apprezzabile quanto espresso nel comunicato di MI, Magistratura Indipendente, che sottolinea come i magistrati debbano dialogare con le istituzioni e non contrastarle come nemiche. Un plauso a tutti quei magistrati – e sono moltissimi – che fanno il proprio lavoro”.

Magistratura Democratica invece, replicando “a chi parla di complotto – scrive l’esecutivo – ordito contro la maggioranza di governo sfugge il semplice fatto che un complotto non si prepara annunciandolo in una mailing-list, quella di tutti i magistrati dell’Anm, con migliaia di accessi (da cui chiunque può prelevare qualsiasi contenuto e passarlo a un giornalista)”. ”Nel merito la mail riconosce alla presidente del Consiglio dei ministri – si spiega – di non muoversi per interessi personali, ma in base a una visione politica; che è politicamente forte e sostenuta da una maggioranza forte”. Inoltre “la sua visione della giurisdizione non è condivisibile e mette in discussione l’assetto costituzionale”.

La Corte di Cassazione

E ancorai magistrati non devono fare opposizione politica ma essere uniti e fare chiarezza su quello che può compromettere i diritti dei cittadini. Vista così – cioè com’è in realtà – la mail che ha suscitato reazioni estreme corrisponde semplicemente a un’esigenza di discussione pubblica che in una democrazia costituzionale è necessaria. Non ‘consentita’ da chi governa. Necessaria”. In un’intervista a Repubblica la vicepresidente dell’Anm, Alessandra Maddalena, ha spiegato che “si pretende che i nostri provvedimenti siano in linea con l’azione di governo anche quando risultano in contrasto con il diritto”. “Noi non facciamo opposizione, facciamo solo il nostro mestiere” ha aggiunto Maddalena.

“Il ministro Nordio ha sostenuto che nelle sue parole non c’era alcun riferimento ad azioni disciplinari; eppure, ha anche definito abnorme il provvedimento e sa bene quali possano essere le conseguenze della abnormità sul piano disciplinare. Comunque non credo sia giusto parlare di attacco ai magistrati. Qui si colpisce al cuore la giurisdizione. Si vuole far credere ai cittadini che la magistratura agisca per ostacolare il bene della nazione. È un inganno. La magistratura applica il diritto, nazionale e sovranazionale, senza fare distinzioni, anche quando non piace ad una parte della politica, a prescindere dallo schieramento a cui può appartenere”.

Tornando alla mail di Patarnello , la vicepresidente dell’Anm ha spiegato: “Nessuno ha scritto che bisogna porre rimedio alla presidente del Consiglio. E se lo avesse fatto sarebbe stato sbagliato. Anche in alcuni passaggi della mail del collega dice chiaramente che non bisogna fare alcuna opposizione politica”.

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