Riallineamento accise, un salasso per il diesel: il pieno costerà 5,5 euro in più

Il progetto del governo prevede una rimodulazione dei balzelli tra benzina e gasolio. L’impatto sui consumatori supererebbe i tre miliardi l’anno.

Roma – La rimodulazione delle accise sui carburanti, ventilata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti illustrando il Piano Strutturale di Bilancio 2025-2029 all’interno della Manovra 2025, potrebbe rivelarsi un salasso per consumatori e aziende. Secondo alcune stime, l’aumento comporterebbe un rincaro di circa 5,5 euro per ogni pieno, con un impatto pesante soprattutto sui pendolari e su chi si sposta frequentemente.

Complessivamente, si prevede che i consumatori potrebbero trovarsi a fronteggiare una spesa aggiuntiva di circa 3,1 miliardi di euro all’anno, considerando i consumi attuali di gasolio. Attualmente, le accise sono pari a 0,617 centesimi al litro per il diesel e 0,728 centesimi per la benzina. Il rialzo previsto per il diesel, che dovrebbe avvicinare la sua tassazione a quella della benzina, porterebbe a un aumento di circa 13,5 centesimi al litro, un incremento significativo per chi utilizza l’auto quotidianamente.

Le associazioni dei consumatori hanno subito sollevato critiche, evidenziando come le famiglie, già colpite dall’inflazione e dall’aumento dei costi energetici, potrebbero trovarsi a dover affrontare ulteriori spese. Questo aumento rappresenterebbe, da un lato, una fonte di entrate per lo Stato, ma, dall’altro, penalizzerebbe in particolare le categorie più vulnerabili, come i trasportatori e le famiglie a basso reddito.

Aumenti del diesel, un incubo per gli autotrasportatori

Il gasolio è il carburante principale utilizzato nei mezzi pesanti e un incremento delle imposte andrebbe a influire sui costi di gestione. Il settore dell’autotrasporto è già sottoposto a forti pressioni, dovute a un contesto economico caratterizzato da margini di guadagno sempre più ridotti e da una concorrenza internazionale agguerrita. Un aumento delle accise potrebbe tradursi in un rialzo dei prezzi per il trasporto delle merci, generando un “effetto domino” su tutta la filiera produttiva e commerciale.

In pratica, ciò significherebbe un aumento del costo di numerosi beni di consumo, poiché il trasporto su strada è uno dei principali mezzi con cui le merci vengono distribuite in Italia. Le aziende del settore trasporti potrebbero essere costrette a riversare questo aumento sui propri clienti, con un incremento dei prezzi per i prodotti finali. Questo potrebbe ridurre i margini di profitto delle imprese e costringere molte a trasferire i costi aggiuntivi sui consumatori.

Il ministro Giorgetti è intervenuto per rassicurare gli autotrasportatori, affermando che la categoria è interessata da una disciplina specifica per la quale non soggetta all’allineamento delle accise. Se quest’intervento ha rassicurato gli autotrasportatori, ha messo però in allerta le associazione per i consumatori. Escludendo gli autotrasportatori dalle categorie interessate dall’aumento, c’è il concreto rischio che l’aumento delle accise sia scaricato soltanto sui cittadini, in particolare sui pendolari che si spostano ogni giorno per lavoro.

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